Elena Stancanelli ha scritto una sorta di libro storico,
‘Il tuffatore’, edito da La Nave di Teseo, arrivato come finalista in due importanti competizioni letterarie, il Premio Viareggio e il Premio Campiello.
‘Il tuffatore’ descrive la biografia dell’imprenditore Raul Gardini ma anche, come Elena Stancanelli racconta in questo articolo scritto per Primaonline, “l’idea di un uomo che avevo l’impressione Gardini incarnasse alla perfezione e che non esiste più; scomparso, insieme al Novecento”.
“Raul Gardini ha più o meno l’età di mio padre. È stata questa una delle ragioni per cui ho deciso di raccontare la sua storia. Volevo raccontare com’erano quegli uomini. Ho trovato una foto in cui io e mio padre siamo ai giardinetti. Io ho quattro o cinque anni e lui, vicino a me, piegato sulle ginocchia spinge la macchinina di plastica dentro la quale io pedalo. Mio padre ha poco più di trent’anni, e indossa la giacca e la cravatta. Era il modo in cui gli uomini vestivano: decenti, seri.
Sono partita da lì, da quell’immagine. E in questo modo, piano piano, ho capito che volevo raccontare non solo la vicenda biografica dell’imprenditore Raul Gardini, ma anche l’idea di uomo che avevo l’impressione Gardini incarnasse alla perfezione e che non esiste più. È scomparso, insieme al Novecento.
L’ho fatto giocando con assonanze e coincidenze, tirando dentro le mie passioni, incrociandole. Volevo costruire una mappa con la quale orientarmi e orientare i lettori di un tempo preciso, quello in cui io sono diventata adulta e questo paese, la nostra repubblica, ha perso la sua verginità: gli ultimi vent’anni del Novecento.
Raul Gardini mi è sembrato la persona giusta, l’epitome della fine della prima repubblica, dell’ascesa vertiginosa degli anni Ottanta, del tonfo buio e malinconico del decennio successivo. Nel bene e nel male. Un imprenditore di successo, un indagato dalla procura di Milano, un marito, un padre, un velista. Ma soprattutto un uomo che ha vissuto con la spavalderia di chi non immaginava neanche lontanamente che il suo potere secolare potesse essere messo in discussione. Il suo potere di maschio ma anche il suo potere di essere umano.
È morto prima dell’avvento di internet e prima che si cominciasse a parlare di conto alla rovescia del nostro pianeta. Quando ancora l’umanità non percepiva sé stessa come una minaccia, ma come un’opportunità. All’epoca si pensava
ancora a far diventare il mondo un posto migliore grazie alla nostra immaginazione e alla nostra intelligenza. E Gardini era uno così, un maschio, adulto, che aveva l’ambizione di lasciarsi dietro un mondo migliore di quello che aveva trovato. E, curiosamente, per questa ragione è stato anche un ecologista, quando di ecologia ancora non parlava nessuno.
Forse è arrivato troppo presto, come tutti i grandi visionari, sicuramente non è stato abbastanza paziente. Sì è ucciso, e la sua morte, il 23 luglio 1993, ha chiuso un’epoca. Quell’epoca, con le sue luci e le sue ombre, volevo raccontare”. (Elena Stancanelli)