I timori riguradano soprattutto l’articolo 29, che prevedere il carcere per chi diffonde ‘false informazioni’
Via libera dal parlamento in Turchia alla legge che prevede pene detentive per giornalisti e utenti social con l’accusa di aver diffuso “false informazioni”.
All’entrata in vigore manca solo l’approvazione finale del presidente
L’articolo 29
Sostenuta da Ak, il partito del presidente Tayyip Erdogan, e dagli alleati di governo Mhp, il disegno di legge ha generato preoccupazione critiche dell’opposizione, dai paesi europei e dagli attivisti per i diritti dei media.
A destare particolare preoccupazione, scrive l’agezia Reuters, è l’articolo 29 che prevede pena detentive da uno a tre anni per quanti siano accusati di diffondere false informazioni online sulla sicurezza della Turchia per “creare paura e disturbare l’ordine pubblico”.
Non esistendo una definizione chiara di “informazioni false o fuorvianti”, la legge si presta a interpretazioni da parte dei tribunali, lasciando mano libera a interventi repressivi per mettere a tacere il dissenso. In un clima che sta diventando particolarmente teso in vista delle elezioni in programma nel 2023.