Si torna a parlare di Superlega. Questa volta a prendere una posizione critica nei confronti del torneo che dovrebbe riunire il gotha del calcio del vecchio continente è stato Margaritis Schinas, vice presidente della Commissione Ue.
“Qualunque idea di accordi o intese paneuropee come la cosiddetta Superlega europea” di calcio è “di competenza europea”, ha detto il politico greco, parlandone al question time al Parlamento europeo sulla protezione delle infrastrutture critiche nell’Ue da attacchi e sul contrasto agli attacchi ibridi.
Non nascondendo il suo giudizio negativo sul progetto, ha aggiunto: “sarebbe un circuito chiuso formato dai club più ricchi, che si spartirebbero tra loro circa cinque miliardi di euro all’anno, a discapito degli altri. Questo contravviene totalmente al modello europeo dello sport”.
“Il calcio è un fattore di coesione. diversità, ricchezza nelle nostre società. E’ uno sport che si gioca nei villaggi, nelle scuole, nei cortili, negli stadi. Non necessariamente ha a che vedere con le associazioni calcistiche, con le élite, con il denaro, con o ricchi proprietari. Ha a che vedere con noi, con la nostra identità e la sua domanda mi consente di ribadire il nostro impegno collegiale e comune in seno a questa Commissione per proteggere a qualsiasi prezzo il modello europeo dello sport: Lo sport europeo, il calcio europeo saranno sempre aperti alla competizione legata anche agli sport amatoriali”.
Il calcio “non sarà mai una competizione tra ricchi proprietari di club che giocano tra di loro, condividono e si condividono i diritti televisivi per la trasmissione delle grandi partite a scapito delle squadre nazionali”. “Non accadrà”.
“Andare a sostituire le intese nazionali non è nostro compito, invece la salvaguardia dell’apertura del calcio a livello europeo lo è, ed è collegato al modello europeo di sport che deve essere tutelato”, ha precisato poi.
“I campionati di calcio nazionali rientrano nel mandato delle intese degli accordi nazionali. Non fanno parte del diritto Ue. La Uefa è dotata dell’autonomia di collegarsi con le associazioni calcistiche nazionali e quindi regolamentare i campionati nazionali, come la Premier League”.