Mercato del libro in leggero calo nel 2022. Aie: preoccupa costo della carta

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Secondo i dati Aie, dopo la crescita del 2021 il settore tiene nel 2022. Ma i costi e l’inflazione preoccupano per i prossimi mesi

Si apre a Francoforte la storica fiera del Libro. In programma fino al 23 ottobre, la manifestazione registra la presenza di 148 espositori italiani, collocando il paese al settimo posto, dopo Germania, Uk, Usa, Spagna, Francia e Austria.
Aie – Associazione Italiana Editori ha colto l’occasione per presentare i numeri che fotografano l’andamento del settore, con il consueto Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2021 e gli indicatori sul mercato di parte del 2022.

Il boom dell’e-commerce, le innovazioni nei processi di distribuzione e di stampa, un mercato che vale oggi 3,429 miliardi di euro e che fa dell’editoria la prima industria culturale italiana e la quarta in Europa, dietro solo a Germania, Regno Unito e Francia, nonostante permangano le storiche criticità a livello di indici di lettura e disparità territoriali.
I numeri e i trend raccontano di un settore che è uscito trasformato dalla fase pandemica, con il covid che ha accelerato mutazioni già in atto.

I numeri del 2022

I dati disponibili sull’anno in corso e riferiti al solo mercato trade (saggi e romanzi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione) indicano una sostanziale tenuta delle vendite nei primi nove mesi del 2022: sono stati venduti libri per 1,022 miliardi, in calo dell’1,9% rispetto al 2021 ma comunque in crescita del 14,4% rispetto al 2019. Le copie vendute sono state 70,905 milioni, in calo dell’1,7% sul 2021 ma in crescita del 16,0% sul 2019.

La forbice rispetto al 2021 si sta riducendo nelle ultime settimane, ma contemporaneamente si assottigliano i margini degli editori a causa dell’aumento dei costi di produzione e della carta in particolare. Per questo c’è una particolare preoccupazione per l’ultimo trimestre dell’anno e per il periodo natalizio, sempre decisivi per determinare il risultato complessivo dell’annata.

Presentazione-Francoforte-2022

Il rapporto sul 2021

Sono oltre 85 mila novità pubblicate all’anno con una crescita del 15,6% sul 2020, un catalogo di titoli disponibili sempre maggiore, oggi a quota 1,3 milioni.

La produzione

Con 81.892 titoli di varia pubblicati nel 2021, l’editoria italiana incrementa l’offerta rispetto al 2020 del 17,6% e dell’11% rispetto al 2019. La crescita nella varia è in parte dovuta anche ai titoli “in coda” la cui uscita è stata rimandata dal 2020 al 2021 e conferma la correlazione tra aumento dell’offerta e crescita della domanda. Il 2020, con vendite in crescita nonostante una riduzione delle novità pubblicate, appare così come un’eccezione. In controtendenza gli ebook che, dopo l’esplosione del 2020, si attestano nel 2021 a 49.926, in crescita del 2,4% rispetto al 2019.
I libri scolastici pubblicati nell’anno sono stati pari a 3.308, in calo del 18,7% sul 2020.

Cresce ancora l’offerta complessiva: i titoli in commercio, autopubblicati esclusi, sono 1,331 milioni, in crescita del 5,3% rispetto l’anno precedente. Nel 2010, prima dell’arrivo di Amazon in Italia, erano circa la metà: 669.240. Erano invece 339.883 nel 1998, anno del lancio di Ibs.it. Cresce anche il catalogo degli e-book, oggi di 550mila titoli, più 9% rispetto l’anno precedente.

Guardando alle tirature, il print on demand e l’innovazione nella distribuzione hanno permesso un drastico calo dei libri stampati. La tiratura complessiva annua è stata di 134,3 milioni di copie (dato 2020), con una flessione di oltre 100 milioni rispetto al picco del 1995 (236,6 milioni). La tiratura media di ogni titolo, infatti, oggi è pari a 2.100 copie contro le 5.800 degli anni Novanta.
Nella ripartizione per generi, da sottolineare la crescita costante dei fumetti, oggi pari al 13% dei titoli di narrativa. Nel 2021 sono stati pubblicati 3.272 titoli, in crescita del 38,4% sul 2010. Nel 2000 i titoli pubblicati erano stati solo 304.
Per quanto riguarda gli autopubblicati: le maggiori aziende specializzate in questo tipo di attività editoriale hanno mandato in stampa e distribuito 16.065 titoli nel 2021, in crescita del 55,7% rispetto al 2020. La crescita continua da diversi anni e conferma questo come un fenomeno strutturale.
Gli autopubblicati non sono compresi nel conteggio complessivo dei titoli pubblicati.

Il mercato

L’offerta editoriale ha trainato nel 2021 un mercato cresciuto oltre le aspettative: il valore complessivo del mercato è stato pari a 3,429 miliardi di euro, in crescita del 10,7% rispetto all’anno precedente e del 10,2% rispetto al 2019.
Il mercato trade (romanzi e saggistica venduti nelle librerie fisiche e online e grande distribuzione, e-book e audiolibri compresi) vale 1,811 miliardi. Il comparto educativo (solo libri scolastici di adozione) 780,1 milioni di euro, in crescita del 5,1%. Banche e dati e servizi Internet hanno un giro d’affari pari a 335 milioni euro, in crescita del 6,1%.

Comportamenti di acquisto e lettura

I risultati ottenuti dall’editoria italiana nel 2021 vanno inseriti all’interno di un quadro contraddistinto da un lato dall’esplosione dell’e-commerce tra le abitudini di consumo degli italiani, dall’altro da perduranti criticità riguardanti gli indici di lettura.
Nel 2021, il 73% dei lettori di libri dichiara che i titoli letti nell’ultimo anno sono stati comprati in librerie fisiche, un valore comparabile a quello del 2019 (74%). Ma il numero dei lettori che dichiarano invece che i libri sono stati acquistati online è il 43%, in crescita di 5 punti percentuali rispetto al 2019, anche se in lieve flessione rispetto al 2020 (la somma è maggiore di cento perché sono possibili risposte multiple).

L’edicola si attesta al 15%, grande distribuzione al 9% e cartolibrerie al 5%. Facilità a reperire libri che non si trovano altrove, possibilità di acquistare a ogni ora del giorno, risparmio di tempo sono i maggiori benefici percepiti da chi sceglie l’online e che oggi è una abitudine di consumo consolidata per molti.
Sul lato delle criticità storiche riferite agli indici di lettura dei libri e alle abitudini di consumo, gli italiani
che dichiarano di aver acquistato libri di carta negli ultimi 12 mesi sono solo il 48% della popolazione 15-74 anni, il 51% se prendiamo in considerazione anche ebook e audiolibri. Il 6% degli italiani dichiara di comprare più di 12 libri (a stampa e digitali) l’anno, il 9% da 7 a 11, il 12% da 4 a 6, il 24% da 1 a 3, il 49% nessuno. È un mercato molto concentrato, che cresce soprattutto perché i forti lettori e i forti acquirenti, anche se numericamente esigui, dichiarano di comprare più libri di prima (più 2,5 libri di media rispetto al 2020). Chi legge più di sette libri l’anno è il 32% dei lettori, ma genera il 59% delle vendite.

Secondo i dati dell’Osservatorio AIE, si dichiarano lettori il 56% dei 15-74enni, in calo rispetto al 59% del 2020. Il dato nazionale nasconde forti disparità territoriali tra Nord e Sud, centro e periferia.

L’internazionalizzazione

I dati sull’import/export mostrano la crescente proiezione internazionale del libro italiano che si avvicina all’equilibrio tra titoli comprati all’estero e venduti. Negli ultimi vent’anni le esportazioni sono cresciute a un tasso medio annuo dell’8,6% e le importazioni del 2,8%. In particolare, gli ultimi dati segnalano che nel 2020 sono stati venduti 8.586 titoli e comprati 9.127.
Dati che, rimarca l’analisi, confermano la storica apertura degli italiani alle letterature del mondo, ma anche il crescente fascino esercitato dal libro italiano sui lettori stranieri, in particolare per l’editoria per bambini e ragazzi.

In ogni caso, la crescita sui mercati esteri è tra gli obiettivi prioritari dell’editoria italiana. Nel 2023 il Paese è ospite d’onore alla Fiera del libro di Parigi, nel 2024 alla Buchmesse, appuntamenti che arrivano dopo un lungo processo di promozione che ha coinvolto editori, istituzioni, e associazioni, per far crescere la conoscenza e la popolarità del libro italiano all’estero. Ogni anno il nostro Paese investe oltre un milione di euro in contributi per la traduzione e l’obiettivo, in vista dell’appuntamento di Francoforte, è quello di arrivare a una razionalizzazione del sistema di incentivi e a una ulteriore crescita dell’export.