L’Italia all’osteria: Slow Food certifica 1730 locali con 139 novità

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Chi pensa che le vere osterie siano in via di estinzione deve ricredersi: la guida che esce da 33 anni con il marchio Slow Food Editore ne registra ben 1730, con 139 novità rispetto all’anno precedente. Questi indirizzi – osterie, agriturismi, enoteche con cucina – li hanno scovati oltre 240 collaboratori, sorta di “cani da tartufo” con la penna in mano sguinzagliati in tutta Italia. Il volume cartaceo – va apprezzato chi continua a credere in questo antico supporto di comunicazione – è da oggi 26 ottobre 2022 nelle librerie e disponibile sullo store online della casa editrice.

Carlo Petrini (foto Alessandro Vargiu)
Carlo Petrini (foto Alessandro Vargiu)

La Chiocciola e la sovranità

Il “sussidiario del mangiarbere all’italiana”, come dice un cartiglio sulla copertina, si chiama “Osterie d’Italia 2023”, ed è a cura di Francesca Mastrovito ed Eugenio Signoroni. Tra i locali segnalati, 270 vengono premiati con la Chiocciola, per la proposta, l’ambiente e l’accoglienza, in sintonia con Slow Food, il movimento fondato da Carlo Petrini che tanto ha contribuito alla riscoperta dell’autentica cucina della Penisola e dei suoi prodotti. Tra l’altro Petrini, uomo di sinistra, è intervenuto in difesa della denominazione “sovranità alimentare”, aggiunta dal governo centrodestrista di Giorgia Meloni al ministero delle politiche agricole. E a ben vedere, sovranità significa anche difesa e valorizzazione delle osterie, un “format” tipicamente italiano.

Cover-Osterie-dItalia-2023

Il binomio “sostenibilità e accoglienza”

La guida (940 pagine, 25 euro) è anche l’antenna di un fenomeno sempre più diffuso: quello di giovani imprenditori i quali, dopo esperienze all’estero, magari in ristoranti di alto livello, tornano in Italia per aprire locali rispettosi della tradizione, meno “gridati”, con l’unica ambizione – non è di poco conto – di mettere in tavola cibi e bottiglie selezionati, attenti alle regole ormai imprescindibili della sostenibilità in cucina. Così 126 locali sono premiati con il Bere Bene, nuovo riconoscimento per la selezione di bevande, siano birre artigianali, succhi, infusi, cocktail e distillati; e 450 invece ottengono la Bottiglia per la curata selezione di vini. Le osterie segnalate punteggiano la Penisola, dalle città (dove l’osteria contemporanea, vedi Milano, è diventata una tendenza da gourmet-chic, quasi da preferire ai ristoranti con stelle Michelin) ai luoghi più remoti, siano i “bricchi” dell’entroterra ligure o i borghi degli Appennini. “Cari osti, care ostesse, siate accoglienti. Il cliente viene da voi per passare qualche ora di piacere spensierato”, scrivono nell’introduzione i curatori. Non è una preghiera inutile, visto che oggi, tra le difficoltà di mantenere prezzi abbordabili (le bollette e le materie prime rincarano) e trovare personale adatto, prendere posto a tavola può riservare cattive sorprese. Che almeno all’osteria si possa entrare senza timore.