di Marianna Carroccio*
Si è appena concluso il Festival del Cinema di Roma; la kermesse è stata aperta come di consueto dal Mercato Internazionale dell’Audiovisivo, che ha riunito tutta la filiera produttiva con operatori provenienti da ogni parte del mondo, che ne hanno confermato la centralità come evento.
Decine sono stati i talks, le proiezioni, i momenti di incontro in cui scambiarsi riflessioni sullo “stato dell’arte”, cinematografica e non, visto che quest’anno si è parlato tanto anche di documentari, cartoni animati e progetti speciali che applicano nuove tecnologie, oltre che ovviamente di serie tv.
Le somme le ha tirate, come di consueto da qualche anno a questa parte (è arrivato alla quarta edizione), il Report dell’APA (pubblicato su Prima comunicazione ndr): il settore è interessato da una forte crescita economica, sorretta dall’aumento delle domande di tax credit e da importanti operazioni di M&A. Inarrestabile l’ascesa di produzione di contenuti originali per le piattaforme vod, mentre gli operatori della tv lineare da questo punto di vista, stanno perdendo progressivamente ma anche inevitabilmente il proprio ruolo storico, tanto che si prevede un sorpasso da parte del vod nel prossimo 2025.
Tale andamento si riflette nell’aumento della distribuzione estera dei titoli italiani: di tutta evidenza che le piattaforme globali si alimentano meglio dalla maggiore capacità di titoli pensati per un mercato non territorialmente limitato e tali caratteristiche sono ovviamente delle produzioni destinate alle piattaforme stesse.
Da questo punto di vista vale la pena porsi qualche interrogativo sulla necessità di ripensare gli schemi contrattuali tradizionali che, tra l’altro, regolano la cessione dei diritti di contenuti in ordine al territorio; così come forse anche le forme di finanziamento pubblico di un comparto che cresce, come risulta chiaro, nella globalizzazione.
Gli stessi produttori poi reclamano intervento normativi che chiariscano le regole di ingaggio tra committenti e produttori indipendenti e il valore di conservare la titolarità dei contenuti prodotti ai fini di conquistare una maggiore capacità competitiva.
Due ulteriori temi hanno anche caratterizzato questa edizione: le nuove tecnologie applicate all’audiovisivo e la “genderequality”. Anche per questi, il quadro giuridico diventa centrale dal momento in cui si dovranno regolare diritti su contenuti gestiti da intelligenze artificiali o sviluppati nel metaverso (nuova area da esplorare in un futuro ormai più che presente), oltre che questioni relative alla gestione dei dati personali o alla tutela dei minori, vista la naturale destinazione del mondo gaming in cui la sperimentazione ha un ruolo decisamente primario.
Infine, sulla “genderequality” è certamente importante discutere di soft skills come è stato fatto nell’interessante talk tra donne manager dell’industry nelle prime giornate del MIA, ma altrettanto importante è tradurre in pratica la parità salariale e agevolare l’accesso alla produzione delle proprie opere anche grazie a finanziamenti dedicati.
Insomma, la “fabbrica dei sogni” a quanto pare reclama regole per realizzarli e anche con una certa urgenza. Gli operatori del diritto insieme al legislatore dovrebbero accogliere con entusiasmo questa richiesta, accompagnando il settore verso una nuova era, un nuovo pubblico, nuove modalità di fruizione, nuove forme di magia.
- Marianna Carroccio è avvocato partner di Grimaldi Studio Legal, dopo aver lavorato otto anni come Direttore Affari legali e Generali a LaPresse, e prima 17 anni alla Rai come responsabile contratti acquisizioni, di normative per gli acquisti, e responsabile assicurazioni per tutto il gruppo