Golosaria di Gatti-Massobrio punta sulla Distinzione

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Gli eventi sono tanti, milioni di milioni, ma Golosaria vuol dire qualità. Ci scuserete se facciamo il verso a uno slogan vintage, probabilmente ignoto ai giovani, per introdurre la kermesse al MiCo Allianz, a Milano dal 5 al 7 novembre 2022. Ma l’evento che raggruppa oltre 200 artigiani del food, 100 cantine (con mille etichette di vino in mescita), una cinquantina di talk show e masterclass, un’area dedicata allo street food e un nuovo spazio su cocktail e spiriti, e richiama una media di 20 mila visitatori, è tra i più importanti non solo di Milano, ma dell’Italia intera e del suo sfavillante circo enogastronomico.

Golosaria è la creatura quasi maggiorenne – ha 17 anni – generata da Marco Gatti e Paolo Massobrio, giornalisti con vocazione gourmet, sempre in giro per la Penisola alla ricerca di pasticcerie, forni, ristoranti, osterie, aziende agricole, vigne e altro da mettere sotto i denti e da bere. Gatti e Massobrio varano anche una rispettata guida cartacea annuale, Il Golosario, dagli ambiti riconoscimenti detti “corone radiose”: l’edizione 2023 sarà presentata al MiCo domenica 6 novembre.

Hub della cultura enogastronomica

Ma cosa si fa a Golosaria? Si gira, si assaggia, si compra, si incontra, si discute, si impara. L’evento, quest’anno dedicato al “Gusto della Distinzione”, che significa evitare gli inganni e puntare sul buono senza trucchi, funziona come hub della cultura enogastronomica, non è solo il Paese di Cuccagna dei ghiottoni, anche se somiglia.

Gli artigiani selezionati da Massobrio e Gatti sono i migliori d’Italia. Rappresentano aziende anche piccolissime dove la qualità, la sostenibilità, la ricerca, l’inventiva hanno peso fondamentale. Farsi raccontare le storie dai protagonisti ci fa scoprire un’Italia del lavoro e del gusto che non farà sistema, a causa delle nostre miopie politiche, ma rappresenta una ricchezza invidiata in tutto il mondo. Golosaria è anche una finestra sul futuro: cosa mangeremo tra qualche anno? Quali verdure arriveranno in tavola? Quali carni? Nulla è mutevole come l’alimentazione, un comparto che subisce le mode e deve accordarsi con le (anch’esse mutevoli) convinzioni scientifiche e mediche.

Carlo Cracco con Angela Dente e famiglia

Dai Baci di Gallina al gabbriccio

Che cosa assaggiare? Non c’è che l’imbarazzo della scelta, dai formaggi valdostani della Schiavenza, al Frico di Carnia, alle nocciole di Bescapè, alla ‘nduja calabrese di Crotone, al capocollo di Martina Franca, ai Baci di Gallina di Alessandria. E tra i vini la Barbera di Emanuele Gambino, la Malvasia di Candia, l’aleatico di Giovanni Zullo, il gabbriccio di Pakravan-Papi dalla Toscana. Roland Barthes era convinto che bastasse elencare e scrivere piatti e vini per compiere un buon tratto dell’esperienza gastronomica, tra le più esaltanti concesse ai sensi. Dunque ci fermiamo, rimandando agli assaggi veri. Per info e ingressi (biglietti da 10 euro) c’è tutto su www.golosaria.it