La sintesi più efficace l’ha fatta Tommaso Sacchi, l’assessore alla Cultura del Comune, commentando i risultati dell’Osservatorio Aie sulla lettura e i consumi culturali con la frase: “A Milano cultura chiama cultura”.
La ricerca, a cura dell’Ufficio studi dell’Associazione degli editori in collaborazione con Pepe Research, è al suo secondo appuntamento. Ma se lo scorso anno riguardava solo la lettura, ora Aie ha giustamente allargato l’orizzonte all’insieme dei consumi culturali: quindi, oltre ai libri, mostre, concerti, cinema, teatro. Con l’intento di provare a capire e misurare quanto sia significativo l’incrocio tra la fruizione delle differenti attività culturali in una città come Milano, capitale dell’industria libraria, che è e rimane all’avanguardia per indice di lettura e partecipazione dei cittadini a un’offerta molto ricca in tutti i campi della cultura. Senza nascondere le difficoltà del momento che, dall’aumento dell’inflazione a quello dei costi dell’energia e della carta, rendono più onerose tutte le attività culturali e costringono i cittadini a limare i loro consumi.
Osservatorio Aie sulla lettura e i consumi culturali (PDF)
Consumi_AieL’indagine è parte del contributo dell’Aie a BookCity Milano, la grande, e unica in Europa, manifestazione dedicata al libro e alla lettura che si svolgerà dal 16 al 20 novembre. Per questo alla presentazione, condotta da Giovanni Peresson, direttore dell’Ufficio studi Aie, hanno partecipato, oltre all’assessore Sacchi, alcuni dei soci Fondatori di BookCity: Ricardo Franco Levi, presidente dell’Aie fresco di nomina anche alla presidenza della Federazione degli editori europei; Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione BookCity Milano; Luca Formenton, presidente dell’edizione 2022 di BookCity; Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, tra i partner della manifestazione ma anche uno dei soggetti più attivi in città nel sostegno alle attività culturali.

I risultati dell’indagine confermano l’ipotesi di partenza: c’è una stretta correlazione tra la partecipazione nell’ultimo anno a manifestazioni e iniziative culturali – 6 milanesi su 10 – e la lettura che riguarda oltre 7 milanesi su 10 (il 75% contro un dato nazionale del 66%). In altre parole, chi più legge più partecipa alla vita culturale e viceversa.
Ma l’attenzione dei relatori si è concentrata anche su quel 18% di cittadini che non partecipa o è escluso da qualsiasi consumo culturale, lettura compresa. È verso di loro che vanno indirizzati gli sforzi, partendo dal coinvolgimento che può dare la scuola con iniziative come il dono di libri alle biblioteche scolastiche attraverso #ioleggoperché dell’Aie; “andando a cercare la città nelle pieghe in cui vive” come ha detto Marchetti sottolineando la capillarità degli appuntamenti di BookCity in tutto il territorio metropolitano; utilizzando strumenti come il bando di Fondazione Cariplo ‘Alla scoperta della cultura’ non per sostenere nuovi progetti ma per mettere in connessione chi già fa cultura in tutte le sue forme e chi non ne fruisce o non vi ha accesso, come ha ricordato Fosti.
La presentazione si è chiusa con un’analisi dei diversi settori presi in esame dall’Osservatorio. Luci e ombre di cui hanno discusso Lionello Cerri, amministratore delegato di Anteo spa; Renata Gorgani, amministratrice delegata della casa editrice Il Castoro e presidente della Libreria dei ragazzi; Nicola Ricciardi, direttore della fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea Miart. Con una conclusione comune: la forza della vita culturale a Milano sta, e sempre più dovrà stare, nell’ibridazione tra i pubblici delle differenti offerte culturali e nella capacità di rendere la cultura parte irrinunciabile della vita attraverso l’educazione e la formazione scolastiche a partire dalle scuole primarie.