“La nostra ambizione è di tornare alla crescita nel 2023”. Non manca la fiducia a Pietro Labriola, ad di Tim, presentando i conti del terzo trimestre agli analisti, all’indomni del Cda che ha anche avviato la societarizzazione di Enterprise.
Il business della telco, ha sottolineato il manager, è “oggi più stabile, prevedibile e in salute di quanto fosse all’inizio dell’anno”.
I conti del trimestre
Nel dettaglio, dai dati emerge che Tim a chiuso i primi 9 mesi del 2022 con ricavi da servizi in crescita dello 0,5% a 10,8 miliardi e del 3% a 3,7 miliardi nel solo terzo trimestre.
L’ebitda organico di gruppo è pari a 4,5 miliardi, con “un trend in miglioramento nel terzo trimestre”.
Tim ha precisato di aver raggiunto il 90% del target di contenimento dei costi per l’intero 2022 e una solida posizione di liquidità: incassati nel trimestre 1,3 miliardi dalla cessione della quota indiretta in Inwit e 2 miliardi dal finanziamento Sace.
Labriola: confermata strategia a lungo permine
“I risultati del terzo trimestre dimostrano che siamo sulla strada giusta e per alcune metriche addirittura in anticipo sui nostri obiettivi”. “I trend sono in netto miglioramento rispetto all’anno precedente e i ricavi del gruppo sono tornati a crescere e anche l’ebitda after lease del gruppo sta migliorando”, ha specificato.
Confermate dunque le linee presentate a luglio nel Capital Market Day, anche se “le tempistiche dei progetti sono state influenzate dal contesto macro”. “Ma la strategia, ha rimarcato Labriola, a lungo termine è confermata e stiamo continuando a lavorare sodo per attuarla”.
Gli obiettivi 2022 e per il prossimo biennio
Secondo il manager, dunque, Tim centrerà gli obiettivi 2022, rivisti al rialzo a luglio. “Ci sono miglioramenti in tutti i kpi (gli indicatori chiave di prestazione, ndr) e la guidance è facilmente raggiungibile” ha detto. “Sul mercato si stanno consolidando segnali razionalità e continueremo con la nostra strategia ‘volume to value'” aggiunge ribadendo: “Abbiamo promesso di fare meglio del previsto e stiamo mantenendo questa promessa nonostante un contesto macroeconomico più duro del previsto”.
Ma Labriola guarda oltre e ipotizza che Tim possa rivedere nuovamente al rialzo i suoi obiettivi per i prossimi 2 anni. Sulla base dei risultati 2022, se proseguirà l’attuale trend, anche come calcolano gli analisti, “è possibile che anche nel 2023-24 la nostra guidance possa essere ritoccata in maniera migliorativa, ma ne parleremo a febbraio”.
Vendiata asset per ridurre il debito
Ridurre il debito resta uno degli obiettivi di Tim, come previsto nel piano presentato a luglio. “La riduzione del debito passa attraverso la vendita di asset perchè industrialmente ci vorrebbe torppo tempo, alienare gli asset resta la strada maestra”, ha spiegato Labriola.
Sul tema del dividendo invece ha chiarito che “guardando ai numeri attuali, no non ci potrà essere un dividendo da distribuire”.
Il futuro della rete unica
Su Netco Labriola ha ricordato che è stato esteso il protocollo con Cdp a fine novembre ma non l’esclusiva. “Vogliamo avere la possibilità di avere trattative parallele qualora se ne presentasse l’opportunità”, ha chiosato.
“L’eventuale vendita a Cdp rimane l’opzione che dovrebbe massimizzare il valore” ha ribadito Labriola, spiegando piega che il mese in più di tempo verrà usata per valutare tutti gli scenari possibili.
“Sarebbe delittuoso non aver lavorato sui possibili scenari, il 30 novembre sapremo se si andrà a un’offerta vincolante, se ci sarà un’altra negoziazione o se la valorizzazione è quella giusta”.
Il manager ha escluso che si sia trattato di un temporeggiare. “Nessuno ci ha chiesto di rallentare, nessuno ha chiamato”, ha detto a proposito dei rapporti col governo sul dossier Rete.