Roma e il Giubileo La grande occasione

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L’appuntamento del 2025 rappresentare una svolta per la Città eterna. Che può liberarsi dalle zavorre che l’hanno immobilizzata negli ultimi 15 anni

LOBBY D’AUTORE – Prima Comunicazione, Ottobre 2022

Da una parte c’è un sindaco dotato di pieni poteri e buone intenzioni, ma anche una macchina amministrativa in condizioni impietose e una città che non riesce a ritrovare gli standard minimi di pulizia e di decoro. Dall’altra parte un evento di portata straordinaria, capace di unire forza religiosa e impatti economici e sociali, che tra poco più di due anni accenderà le luci del mondo sulla Città eterna. Come si presenterà Roma agli occhi delle decine di milioni di persone che la visiteranno nel 2025, anno del Giubileo? Sarà l’inizio del ‘decennio di Roma’ o un clamoroso boomerang per l’immagine internazionale e la qualità della vita della Città eterna?

La partita è da 1×2, come si diceva un tempo. Nell’opinione pubblica prevalgono gli scettici, o addirittura gli apocalittici. E tuttavia, a ben guardare, esistono oggi le condizioni perché Roma possa compiere un salto in avanti, liberandosi da una serie di zavorre che l’hanno immobilizzata negli ultimi 15 anni. Due in particolare: mancanza di poteri e carenza di budget. Un decreto legge del 15 giugno scorso ha accelerato gli iter autorizzativi per le opere infrastrutturali e di mobilità legate al Giubileo, sul modello di quanto già previsto per gli interventi del Pnrr: in questo modo, di fatto, il sindaco commissario (per il Giubileo) Gualtieri è stato dotato di quei ‘poteri speciali’ che da decenni vengono reclamati a favore della capitale d’Italia, sulla scia di quanto già accade per molte altre capitali in Europa.

L’altra importante novità è l’ampia disponibilità di risorse economiche: a beneficio di Roma sono stati stanziati complessivamente per i prossimi anni circa 8 miliardi di euro, sommando 4,6 miliardi di euro per il periodo 2022-2026 previsti nel bilancio nazionale e oltre 3 miliardi di euro impegnati dalla Regione Lazio.

Ciò comporterà per i cittadini romani due anni di cantieri e disagi in molte aree di una città che già detiene il record europeo della più bassa velocità media di movimento nelle ore di punta. Ed è facile prevedere anche – come ha dichiarato lo stesso ministro uscente Giovannini – che fedeli e turisti troveranno nel 2025 una serie di cantieri aperti: alcune opere saranno ultimate soltanto nel 2026. Ma non sarebbe la prima volta: è accaduto anche per il Giubileo del 2000, che pure è stato archiviato negli annali come un successo di gestione organizzativa e amministrativa.

In fondo, ciò che più importa è altro: mostrare al mondo una capitale che è riuscita a connettersi in concreto con le due grandi rivoluzioni globali dello sviluppo sostenibile e della digitalizzazione. Il Giubileo 2025 sarà, ad esempio, uno straordinario banco di prova del turismo sostenibile: continueremo ad assistere alla concentrazione dei flussi turistici su pochi grandi siti artistici celebri a livello globale, oppure la Città eterna riuscirà a proporre un’offerta ampia e attrezzata di cammini pedonali e ciclabili – il Campidoglio li ha battezzati percorsi ‘ecoturistici’ – che unisca spiritualità e amore per la natura, scoperta del patrimonio artistico diffuso ed esperienze gastronomiche?

Altro fondamentale ‘stress test’ di sostenibilità sarà quello relativo alla pulizia della città. Al Giubileo del 2000, quello della memorabile Giornata mondiale della gioventù a Tor Vergata, la città si presentò a circa 30 milioni di turisti pulita e rispettosa degli standard internazionali di decoro. Come trasformare una città oggi inesorabilmente sporca, dal centro alle periferie, in qualcosa di paragonabile alla Roma del 2000? Non ci sarà il termovalorizzatore per gran parte del Giubileo: il sindaco Gualtieri spera di poter attivare il nuovo agognato impianto ‘negli ultimi mesi del 2025’. Roma Capitale dovrà dunque, giocoforza, investire ulteriori risorse in Ama per dotarla di più uomini e più mezzi, in una condizione di ‘straordinarietà continua’.

Se gestire l’avvicinamento al Giubileo sarà una partita terribilmente complessa, neanche i più inguaribili ottimisti possono dormire sonni tranquilli pensando che questa partita possa essere giocata dalla sola amministrazione capitolina. La creazione di una società in house, che dovrebbe accelerare le gare per le nuove opere, non può bastare a garantire le scelte giuste e le modalità di realizzazione più efficienti. Il modello ideale sarebbe, piuttosto, quello di una partnership pubblico-privato che coinvolga imprese, stakeholder e organizzazioni con una cabina di regia il più possibile condivisa: è una convinzione personale ma anche un auspicio, come project leader del Progetto Giubileo 2025 di Confindustria. È solo un sogno d’autunno?