Nella lista nera dei paesi con più reporter in carcere entra l’Iran
Il 2022 è stato un anno particolarmente negativo per i giornalisti nel mondo. Secondo i dati di Reporter senza frontiere, negli ultimi 12 mesi il numero di reporter incarcerati nel mondo ha raggiunto un nuovo record, salendo a 533, una quarantina in più rispetto al 2021 (488), quando era già un livello storico.
Ma non solo. Dopo due anni in cui era stato “storicamente basso” nel 2021 (48) e nel 2020 (50), è tornato a crescere anche il numero di giornalisti uccisi (57).
In testa Cina e Iran
Più della metà dei giornalisti detenuti nel mondo si trova in cinque paesi: Cina (110, in leggero calo sul 2021), Birmania (62), Iran (47), Vietnam (39) e Bielorussia (31). Poco più di un terzo dei giornalisti detenuti è stato condannato, mentre gli altri (63,6%) sono in carcere senza essere stati giudicati.
L’Iran è l’unico Paese che non faceva parte di questa “lista nera” lo scorso anno, sottolinea l’ong. Dall’inizio delle proteste scoppiate a inizio settembre, Teheran ha infatti imprigionato un numero di professionisti dei media “senza precedenti” in 20 anni. Trentaquattro nuovi giornalisti si sono aggiunti ai 13 che erano già stati rinchiusi in carcere.
“I regimi dittatoriali e autoritari stanno riempiendo più velocemente le loro prigioni imprigionando i giornalisti”, ha denunciato Christophe Deloire, segretario generale dell’ong per la difesa della libertà di stampa. Il nuovo record, ha aggiunto, “conferma la necessità urgente e pressante di resistere a questi governi senza scrupoli e di estendere la nostra solidarietà attiva a tutti coloro che incarnano l’ideale della libertà giornalistica, dell’indipendenza e del pluralismo”.
Più donne in carcere
Da segnalare, il numero senza precedenti di giornaliste incarcerate: sono 78 (rispetto alle 60 dell’anno scorso). “Le giornaliste rappresentano ora quasi il 15% dei detenuti, rispetto a meno del 7% di cinque anni fa”, secondo la ong.
RSF_Bilan2022_ENCresce il numero delle vittime
Tra i giornalisti uccisi, la guerra in Ucraina è una delle cause dell’aumento delle vittime. Otto sono i reporter che hanno perso la vita mentre seguivano l’aggressione militare russa, mentre la metà dei 57 giornalisti uccisi ha perso la vita in Sud America, undici in Messico. “Quasi l’80% dei professionisti dei media uccisi nel 2022 sono stati deliberatamente presi di mira a causa della loro professione e degli argomenti su cui stavano lavorando”, ha affermato l’ong.
I temi più rischiosi
Criminalità organizzata e corruzione sono i temi che espongono maggiormente i giornalisti. “Tutte le inchieste sul narcotraffico, la violenza, le bande, ma anche le mafie e le inchieste sugli abusi di potere sono argomenti che possono portare i giornalisti alla morte”, ha aggiunto la portavoce dell’ong Pauline Ades-Mevel.
Sono inoltre 65 i giornalisti ancora in ostaggio nel mondo. Tra loro c’è il giornalista francese Olivier Dubois, da 20 mesi in mano di un gruppo terroristico affiliato ad al-Qaeda, il Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani.