Filippo Nani ce l’ha fatta. Voleva fare il presidente della Ferpi, la Federazione Italiana delle relazioni pubbliche, e ieri è stato eletto, unico candidato, da poco più di un centinaio di soci (130 su circa 600) riuniti in assemblea, un po’ di persona e un po’ online.

Vicentino, cinquantenne, Nani, già a capo della Ferpi del Triveneto, è presidente della MYPRLab, agenzia di comunicazione ben radicata in zona, dopo essersi occupato di media relation e comunicazione in Confindustria Vicenza, Federmeccanica, Confindustria Veneto.
Il Consiglio Direttivo Nazionale, eletto a larga maggioranza, sarà composto, oltre che dal neopresidente, da Alberto Bergianti, libero professionista titolare dell’omonimo studio di consulenza con specializzazione nell’ambito d’impresa; Daniela Bianchi, strategic and policy advisor esperta di sostenibilità e politiche di impatto, coordinatrice task force territoriale PNRR; Matteo Colle, head of External relations and CSR di Gruppo CAP; Giuseppe de Lucia, Responsabile Marketing ed eventi di Italia, Libia e Israele di Ericsson; Gianluca De Matteis Tortora, responsabile dell’area Rapporti con il Pubblico di Rai − Radiotelevisione italiana S.p.A.; Alessandro Magnoni, direttore Relazioni Istituzionali Marelli EMEA; Biagio Oppi, External Communications Director in Pfizer Italia; Laura Piccioli, Global Communication Deputy Director e Associate Partner di PQE Group; Daniela Poggio, Executive Director Global Communications di Angelini Pharma, Gruppo Angelini Industries; Andrea Razeto, direttore per la Responsabilità Sociale d’Impresa e Sostenibilità per Hitachi Rail Global, Gruppo Hitachi; Patrizia Rovaris, Head of Communication di Wally, Gruppo Ferretti; Elena Salzano, Ceo di inCoerenze, specializzata in eventi, comunicazione integrata e merchandising; Fabrizio Vignati, fondatore di Repcom, società di consulenza per la comunicazione corporate; Federica Zar, amministratore della società Aps comunicazione di Trieste.
L’arrivo di Nani e del suo gruppo di sostenitori al governo della Federazione è stato molto tribolato, preceduto, sei mesi fa, da un primo passaggio elettorale finito male, che ha terremotato la Ferpi portando molti soci, tra cui nomi noti del mondo della comunicazione, a lasciare la Federazione.

L’abbandono più clamoroso, anche perché reso pubblico nero su bianco, è quello di Gianluca Comin, un pezzo da novanta tra i comunicatori (esperienze in Telecom, Montedison, ex direttore comunicazione all’ Enel, e adesso capo della Comin&Partners, tra le prime agenzie per fatturato in Italia, e presidente della Ferpi nel 2008). Il 16 gennaio Comin ha infatti inviato una lettera alla presidente uscente Rossella Sobrero e al consiglio direttivo in cui annunciava le sue dimissioni dall’associazione, una decisione, scrive, “maturata alla luce di una trasformazione della Ferpi, nella quale non mi riconosco più. L’eccesso di litigiosità, il confronto non sui temi ma sulle persone, la perdita di uno stile di comportamento nella governance raffigurano una associazione ben diversa da quella in cui sono entrato oramai quasi 30 anni fa. La mia scelta non è indolore, anche perché – come molti sanno – ho dato un contributo di tempo e di passione in una lunga stagione associativa e anche recentemente mi sono messo a disposizione, assieme ad altri colleghi, per valutare, approfondire e proporre soluzioni statutarie al passo con i tempi…”.

Per capire a cosa si riferisce Comin è necessario ricostruire la storia lacerante che ha portato lo scorso 2 luglio i sostenitori di Nani a bloccare l’elezione a presidente del rivale, Renato Vichi, con una sollevazione contro il comitato di controllo che non aveva accettato di riconoscere la candidatura di Nani, perché consegnata fuori dal tempo massimo previsto.
All’inizio della vicenda in gara c’erano due schieramenti. Quello capeggiato da Nani, il primo a dichiarare la propria candidatura, sostenuto dalla maggioranza uscente, dai rappresentanti di agenzie locali, e da alcuni manager di grandi gruppi (Daniela Poggio in prima fila, Angelini Farmaceutici, Giuseppe De Lucia, Ericsson, Fabio Ventoruzzo, Sisal). E lo schieramento favorevole alla candidatura di Renato Vichi, ex giornalista e grande esperienza nella comunicazione delle banche, Unicredit, Ubi, e adesso a Intesa San Paolo, come direttore affari istituzionali e comunicazione esterna della Divisione Banche Internazionali. Ne facevano parte alcuni rappresentanti di spicco del mondo della comunicazione, come Gianluca Comin, Patrizia Rutigliano, Snam e anche ex presidente Ferpi, Antonio Calabrò, Fondazione Pirelli, Silvia de Blasio, Vodafone,Alessandro Jozzia, Brunswick Group, Diego Lifonti, The Story Group, Rosalba Di Benedetto, Banca Ifis, Francesco Moneta, The Round Table,eccetera, che pensavano che fosse necessario ridare autorevolezza e contenuti alla Ferpi, per riportarla all’interno del dibattito politico ed economico nazionale.
La competizione è tesa e anche velenosa, ma a rovinare la partita c’è l’incidente capitato alla lista Nani, che per errore ha ritardato la presentazione ufficiale, arrivando fuori tempo massimo di ore. Ritardo giudicato inammissibile dalla Commissione elettorale per cui la candidatura di Nani e della sua lista, vengono esclusi dal voto dell’assemblea dei soci Ferpi, con la nomina in automatico di Vichi presidente.
A Renato Vichi questo tipo di vittoria non piace, per cui propone all’avversario un accordo per un governo condiviso, ma Nani non si da per vinto: sapendo di avere dalla il nocciolo duro dei votanti (i soliti 130 fedelissimi) e’ sicuro che i giochi si faranno all’assemblea del 2 luglio, “dove saranno i soci a decidere il futuro della Ferpi”.
Quello che è successo lo si trova ben spiegato nella lettera pubblicata da Primaonline, inviata dalla presidente Sobrero per chiarire la situazione: “L’Assemblea Generale Ferpi che si è tenuta a Roma lo scorso sabato ha visto la presenza, dal vivo e online di oltre 200 soci. Dopo l’apertura dei lavori, (…) si è proceduto con l’insediamento del Presidente e del Segretario dell’Assemblea e con approvazione dei bilanci consuntivo 2021 e preventivo 2022. Alcuni soci hanno presentato una mozione, poi approvata con 130 voti su 200 votanti, che ha evidenziato le conseguenze politiche di quanto deciso dalla Commissione Elettorale e di Garanzia che aveva respinto la lista dei candidati al Consiglio Direttivo Nazionale presentata da Filippo Nani perché giunta in ritardo rispetto ai termini stabiliti. In corsa per la nomina risulta solo il candidato Renato Vichi. A seguito di questa mozione Presidente e Segretario della Commissione di Garanzia hanno ritenuto opportuno rimettere il mandato. Poiché, secondo quanto previsto dai regolamenti associativi, è compito e responsabilità della Commissione “presiedere alle operazioni di voto e di scrutinio in sede di Assemblea Generale Ordinaria dei Soci”, il presidente dell’Assemblea ha chiuso l’Assemblea dopo aver preso atto che non era possibile proseguire con gli altri punti all’ordine del giorno. L’elezione del Presidente dell’associazione e degli Organi Sociali per il prossimo triennio è quindi rimandata: sarà il Consiglio Direttivo Nazionale convocato per il 19 luglio 2022 a nominare una nuova Commissione Elettorale e di Garanzia e decidere data e sede dell’Assemblea”.
Insomma Nani riesce nel rovesciamento del tavolo che aveva programmato, mettendo al tappeto la compagine avversaria, inadeguata al tipo di scontro, che ha giocato con le regole della legalità di fronte a degli avversari pronti a tutto, il cui primo obiettivo era proprio far fuori i comunicatori di “status”, considerati la causa dell’immobilismo dell’associazione e insensibili alle necessità delle piccole realtà di consulenza sparse territorio. Il problema è che eccitati dall’ entusiasmo rivoluzionario i membri della lista Nani non si sono resi conto di avere frantumato la credibilità di qualsiasi espressione elettorale della Ferpi e di aver abolito la dialettica tra maggioranza e minoranza. Ma questo saranno problemi che affronteranno in futuro.

Comin e alcuni soci come Sivia de Blasio, Rutigliano, Criscuolo, Calabrò, che non vogliono l’implosione della Ferpi, accettano, come estrema ratio, di entrare a far parte del comitato istituito per la riforma dello statuto, vecchio degli anni 70, per ridisegnare anche un nuovo regolamento elettorale. Ma mentre discutono su cosa fare, arriva la notizia della convocazione delle nuove elezioni per la nomina del presidente il 28 gennaio 2023. Capita che non c’è proprio niente da fare, si dimettono dal comitato e escono dalla partita, lasciando campo libero a Nani e alla sua maggioranza.
Ì fuori usciti dalla Ferpi fonderanno un’altra organizzazione associativa? Al momento non sembra ci siano intenzioni in proposito. Mentre sarà interessante seguire cosa faranno Nani e la sua squadra con una Ferpi più debole per numero e tipologia di iscritti e una situazione economica non floridissima. Elementi che per loro non sono sicuramente una sorpresa.