Alessio Zucchini, giornalista del Tg1 e conduttore dell’edizione delle 20, ha scritto un romanzo-thriller “frutto di fantasia”, come tiene a precisare, ma
che racconta anche, tra le righe, il mondo della ‘ndrangheta, un movimento criminale che nostro malgrado ha conquistato buona parte del Paese. E non solo. Ai lettori di Primaonline Zucchini spiega dove, come e perché nasce ‘Una famiglia’ (Mondadori)
“Cinquantaquattro colpi in pochi secondi, lampi che squarciano la notte di Duisburg. A terra sei cadaveri, finiti uno dopo l’altro con un proiettile alla testa. Il 15 agosto del 2007 il mondo scopre la ‘ndrangheta, si accorge che
è arrivata anche in Germania. Le ‘ndrine si fanno mafia globale, prendono il posto di Cosa Nostra, almeno sui giornali stranieri. Ma chi le conosce e le combatte sa che queste già da decenni hanno lasciato la Calabria e attraversato gli Oceani.
La ‘ndrangheta è un socio affidabile dei narcos sudamericani, non soltanto colombiani. Grandi quantitativi di droga, trasporti sicuri, pagamenti puntuali. Il segreto di questo successo sta in una sola parola: famiglia. La famiglia, quella che ti mette al mondo consacrandoti alla violenza, quella che ti cresce stringendoti in un abbraccio da cui è difficile liberarsi, quella che ti protegge, quella che non ti tradisce, mai.
Fate una ricerca e contate quanti sono i pentiti di ‘ndrangheta. Pochi, molto pochi. Sì, perché un amico o un conoscente si tradiscono, un fratello o un padre no.
Se poi le famiglie sono più di una e giocano tutte alla pari, senza boss dei boss, senza Re, allora batterle diventa molto difficile.
Come cronista ho avuto occasione di seguire tante storie di ‘ndrangheta, inchieste su traffici di droga, corruzione, lotte per il controllo del territorio, smaltimento di rifiuti tossici, caccia ai latitanti. Durante una di queste operazioni sono finito nel salotto di casa di un ricercato. C’erano sua moglie e i suoi due figli, la sua famiglia. Dietro un forno a legna c’era il nascondiglio dove era rimasto mesi, forse anni. Lui non fu trovato ma quella notte ho capito quanto importante sia il ruolo di chi sta intorno. I fratelli, i figli certo, ma anche e soprattutto la figura di una donna, spesso sottomessa e incapace di ribellarsi se non a prezzo della vita, a volte perno centrale di alleanze sigillate con matrimoni, non di rado cardine della gestione degli affari in assenza del marito.
‘Una famiglia’ è un romanzo frutto di fantasia, ma nasce da lì, in quel salotto, con quella Famiglia, una come tante, una delle tante. Una di quelle che pur di vendicare chi ne fa parte è disposta a portare piombo e sangue fino in Germania”. (Alessio Zucchini)