Il 24 febbraio Il Foglio sarà l’unico giornale italiano ad aver pubblicato per un anno intero, ogni giorno, un pezzo sull’Ucraina, dice il direttore Claudio Cerasa. E racconta perché e come ha fatto
“Era una scommessa che avevo fatto con la mia redazione: ogni giorno dobbiamo avere Ucraina in prima pagina. Ci siamo riusciti. Nessun altro lo ha fatto”, dichiara orgoglioso Claudio Cerasa, direttore del Foglio, soddisfatto di essere riuscito a farcela.
Gli abbiamo chiesto di raccontare il motivo di questo impegno non facile da rispettare e soprattutto l’interessante modello editoriale utilizzato.
Prima: Perché avete deciso di seguire in modo così puntuale l’Ucraina?
Claudio Cerasa: Perché il conflitto in Ucraina ha costretto il mondo a scegliere da che parte stare. E perché l’invasione della Russia ha costretto l’occidente a dimostrare di essere diverso rispetto a come se lo immaginava Putin, un anno fa. Putin ha scelto di invadere l’Ucraina forte di una convinzione che si è rivelata errata, ovvero sia che l’occidente era debole, che la Nato era morta, che l’Europa era imbelle, che l’Ucraina era indifendibile. E invece, un anno dopo, è successo tutto il contrario. E’ successo che l’Ucraina ha dato prova di eroismo. E’ successo che l’Europa ha dimostrato di essere unita. E’ successo che l’occidente ha dimostrato di avere gli anticorpi giusti per combattere un virus chiamato totalitarismo. E per questo, dal 24 febbraio a oggi, abbiamo scelto di avere ogni giorno, cascasse il mondo, almeno un articolo in prima pagina dedicato al tema della guerra e della resistenza ucraina. Lo abbiamo deciso lo stesso giorno in cui è cominciata l’invasione. E sono dodici mesi che il Foglio, in prima pagina, ha sempre una notizia sull’Ucraina. Sempre. Unico giornale in Italia. E ne siamo orgogliosi. Perché difendere l’Ucraina non significa difendere solo i confini di un paese assediato. Significa difendere i confini della nostra libertà.

Prima: Secondo quale linea editoriale?
Cerasa: La nostra linea editoriale, dal primo giorno, è stata netta: non cadere nella trappola dell’occidente che avrebbe provocato Putin, non cadere nella trappola dell’invasione della Russia all’Ucraina come “reazione”, ma concentrarci sull’azione, sulla lucida ideologica putiniana, su ciò che ha spinto Putin a dichiarare guerra a un paese sovrano. La nostra linea editoriale è stata, in modo trasparente, fin dal primo giorno a difesa dell’Ucraina, a difesa delle sanzioni del mondo libero contro la Russia e a difesa di un principio cruciale: considerare il sostegno all’Ucraina, a Zelensky, il Churchill del nuovo millennio, non come un atto finalizzato a sostenere la guerra, ma come un atto finalizzato ad aiutare l’Ucraina ad avvicinarsi, come dice spesso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a una pace giusta, non a una resa incondizionata.
Prima: Come avete lavorato per fare una copertura quotidiana?
Cerasa: Abbiamo lavorato a più livelli. Abbiamo lavorato trasformando la redazione esteri nel polmone del giornale. E’ stata Paola Peduzzi, vicedirettore, a guidare le danze. E con lei hanno lavorato in modo straordinario tutti i nostri gioielli. Micol Flammini, Giulia Pompili, Cecilia Sala. E poi Adriano Sofri, che da mesi si trova in Ucraina, e tutta la squadra del Foglio, che ha dedicato anima, amore e passione alla copertura della guerra. Sia da remoto, sia da Roma, sia da Milano, sia andando in Ucraina.
Prima: Chi sono giornalisti del Foglio che hanno lavorato anche dall’Ucraina?
Cecilia Sala, Micol Flammini, Adriano Sofri, Simone Canettieri, Michele Masneri.

Prima: Con cronache? Commenti? Testimonianze? Rapporti con fonti locali?
Cerasa: Abbiamo lavorato su tutti i fronti. La redazione politica, con Salvatore Merlo, vicedirettore, Valerio Valentini, Simone Canettieri e Carmelo Caruso, ha sempre trovato un modo per legare il dibattito politico alla difesa dell’Ucraina. La redazione economica, capitanata da Luciano Capone, ha sempre descritto, con anticipo sui tempi, le conseguenze della guerra sul fronte economico, mostrando con forza quanto l’indipendenza energetica dalla Russia sia ancora oggi un’opportunità straordinaria per il nostro paese. Annalena Benini ha raccontato la guerra attraverso le pagine del Foglio e del nostro magazine ‘Review’. Matteo Matzuzzi ha offerto periodicamente contenuti preziosi sul fronte della battaglia di religione. E poi, naturalmente, Giuliano Ferrara, il sottoscritto, Maurizio Crippa. E tutta la redazione del sito ha sostenuto una copertura delle notizie, dei commenti, dei reportage, in un’occasione di crescita per il nostro giornale: abbiamo fatto una diretta quasi tutti i giorni compresi i weekend. Tra il 2021 e il 2022 i nostri abbonamenti digitali sono cresciuti del 23%.