Roma caput Expo

Condividi

Sul numero di ‘Prima comunicazione’ in edicola l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore, spiega i punti di forza del progetto che candida la capitale a Expo 2030. In nome della sostenibilità e della collaborazione, che rafforzi anche l’Italia sul piano internazionale

“Il contesto dei grandi negoziati internazionali cui partecipiamo ci vedrà, come sempre, impegnati in modo intelligente e assiduo. Non ci manca certamente la capacità di far coincidere l’interesse nazionale con quello più ampio del progresso dell’intera comunità internazionale. Una capacità di dialogo preziosa nelle occasioni in cui il nostro Paese si propone come teatro di eventi internazionali. È il caso della candidatura di Roma per l’Expo 2030”.


Se a questa considerazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella si aggiungono le parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che assicura il massimo impegno per il successo di un’iniziativa di “priorità nazionale”, si capisce l’importanza della sfida affidata a Giampiero Massolo. Sono 45 anni che l’ambasciatore collabora con le istituzioni, in passato ha lavorato con ben cinque presidenti del Consiglio e ricoperto incarichi delicatissimi e di prestigio. Ai quali ha fatto seguito una intensa attività nel settore privato. Chi meglio di lui, quindi, poteva prendersi un incarico così importante? Nominato presidente del Comitato promotore di Expo 2030, il suo impegno è riuscire a portare a Roma una manifestazione che – Milano 2015 insegna – può rilanciare le sorti della città, e con quella di tutto il Paese.

Roberto Gualtieri e Giampiero Massolo (foto Ansa)
Roberto Gualtieri e Giampiero Massolo (foto Ansa)

“Oltre al governo, anche a livello politico si registra un grande coinvolgimento. Si è capita l’importanza di questo progetto unificante per tutta la collettività nazionale, non solo per Roma, a livello sociale e ideale. Anche grazie al suo indubbio valore economico: da qui al 2030 si avrebbero una generazione di valore di 50 miliardi di euro (il 3,8% del Pil), 300mila posti di lavoro con 11mila nuove imprese, 30 milioni di visitatori, un investimento di 5,5 miliardi. A proposito di coinvolgimento, è significativo che il sindaco di Milano Giuseppe Sala, protagonista di Expo 2015, abbia dato la propria disponibilità a Roberto Gualtieri, primo cittadino di Roma. Questo simboleggia bene l’adesione corale al progetto”, racconta Massolo nell’intervista a ‘Prima’.

Il progetto consegnato a settembre scorso è stato molto apprezzato. “È differente dagli altri, è stato pensato anche per il dopo Expo”, perchè spiega Massolo a ‘Prima’, “non dovrà essere una mera fiera campionaria che si chiude con il semestre di svolgimento, ma un evento che vuole lasciare qualcosa, sotto diversi profili. Innanzitutto, che porti in modo tangibile valore aggiunto al luogo dove si svolge, Roma, come fu per la trasformazione copernicana di Milano nel 2015”.


Quali sono gli aspetti più forti della candidatura di Roma? “Sostenere la scelta di Roma significa aderire a un progetto che postula collaborazioni durature, nel reciproco interesse di chi chiede il voto e di chi lo dà, ma anche a favore di un metodo fecondo per lo sviluppo di relazioni internazionali attorno a obiettivi importanti”, dice Massolo a ‘Prima’. La nostra candidatura si basa sull’inclusività. Anche per il modo con cui è concepito lo spazio espositivo, noi non faremo differenziazioni fra i Paesi, tutti i padiglioni si affacceranno sull’arteria centrale che sarà la via maestra lungo cui si dipanerà il progetto centrale dell’Expo. In terzo luogo, è centrale l’idea che attorno al nostro tema – il titolo della manifestazione è ‘Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione’ – si possa sviluppare un’azione coerente”.

L’intervista integrale di Giuliano Zoppis è sul numero di ‘Prima comunicazione’ in edicola

Scegli l’abbonamento che preferisci