Grande festa al Vittoriale l’11 marzo, giorno in cui Gabriele D’Annunzio avrebbe compiuto 160 anni. La festa, con accesso gratuito al Parco per tutta la giornata, è al tempo stesso una celebrazione del passato del ‘Vate’ e uno sguardo rivolto al futuro.

Dice il presidente Giordano Bruno Guerri: “D’Annunzio, in ‘Contemplazione della morte’, scrisse: ‘L’elemento del mio dio è il futuro’. Questa frase accresce la volontà del Vittoriale di pensarsi non soltanto come conservazione del passato e bellezza da offrire ai nostri contemporanei: un museo, oggi, deve proiettare conservazione e bellezza nel futuro, progettare innovazione, guidare tendenze. Questo vogliamo fare e facciamo”.
In occasione della festa, sarà così inaugurato il tour virtuale in 3D degli spazi del Vittoriale, con la possibilità di navigare – muniti degli apposti occhiali – tra le stanze della casa museo e nei giardini.

Il Vittoriale nel metaverso
Sempre l’11 marzo, sarà inoltre presentato il primo non-fungible token (Nft) del Vittoriale, un progetto realizzato da Federico d’Annunzio, pronipote del poeta, con una tecnologia da lui inventata.
Tra gli oltre 8.500 oggetti che riempiono la Prioria, il primo ingresso nel Metaverso sarà della statua della Cheli, il corpo della tartaruga eseguito in bronzo da Renato Brozzi, soprannominato da D’Annunzio ‘animaliere’ per l’accuratezza con cui realizzava i piccoli animali preziosi.
Il guscio è quello autentico della tartaruga Carolina, vissuta nei giardini del Vittoriale e dono dalla marchesa Luisa Casati Stampa. La Cheli in formato NFT è stata riprodotta, presentata in anteprima al Vittoriale, e sarà poi messa all’asta, con un passaporto digitale.

Le mostre di primavera
Due le nuove mostre primaverili del Vittoriale.
La prima – ideata da Giordano Bruno Guerri, Veronica Ferretti e Paolo Riani, in collaborazione con il Comune di Viareggio – è dedicata al pittore viareggino Lorenzo Viani, considerato uno dei massimi esponenti dell’espressionismo italiano
La seconda, con una trentina di opere di artisti contemporanei, è intitolata a Vittorio Cini, imprenditore e mecenate del ‘900 che Indro Montanelli definì “l’ultimo Doge di Venezia”.