Internet: è subito transizione

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La società digitale è il frutto di una velocissima trasformazione, tra le più importanti nella storia dei cambiamenti economici e sociali

CONVERGENZA – Prima Comunicazione, Dicembre 2022

In modo esplicito si definiscono oggi l’economia e gli assetti sociali in cui viviamo come società digitale. Al centro, l’implicito di Internet e della Rete: sono questi i soggetti che dettano cambiamenti e innovazione. E non sono solo strutture economiche, ma anche dimensioni mentali, linguistiche, antropologiche e, infine, politiche.

Questa visione forte, storica, dell’economia e della società, che rappresenta una sorta di costante, istantanea modernità legata a un aspetto della tecnologia, quello dell’information economy, ignora quello che è stato un processo fra i più importanti nella storia delle transizioni economiche e sociali.

Se siamo qui, adesso, nella società digitale, è perché si è verificato questo processo di trasformazione ed è importante prenderlo in considerazione poiché, come sempre nella storia, sono i divenire del passato che possono guidare nella visione dei possibili futuri.

Questo processo inizia poco più di mezzo secolo fa, quando si combinano due trasformazioni: quella relativa al fatto che il triangolo tradizionale di rappresentazione dell’economia con i tre comparti – industria, agricoltura e servizi – perde apparentemente di efficacia descrittiva e strategica, rispetto alla ‘lettura’ dello sviluppo; e quella per cui si esprime un valore sempre più dematerializzato e ‘informativo’ delle attività e delle pratiche di lavoro. Si definisce, in sintesi, il profilo della società postindustriale in cui ancora oggi viviamo. E così, già alla fine degli anni Sessanta e poi per tutti gli anni Settanta, scuole di nuovi economisti (fra tutti Daniel Bell e Fritz Machlup) si focalizzano sull’interpretazione e misurazione di questo nuovo equilibrio e di queste nuove dimensioni. E nasce la denominazione della prima transizione postindustriale – quella della ‘società dell’informazione’ – che ancora oggi ha un senso antropologico e che diviene anche un modello trasversale di misurazione di attività, dall’impresa industriale a quella dei servizi, che avevano tutte a che fare con la produzione, la disseminazione, l’infrastrutturalizzazione tecnologica delle informazioni (le Tlc appunto).

Una vera rivoluzione, anche politica, visto che la stessa Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) utilizza il modello ‘informativo’ di analisi delle professioni come modello di riferimento descrittivo e orientativo per le politiche di piano.

La società dell’informazione genera poi progressive altre transizioni. Negli anni Ottanta e Novanta si definiscono le trasformazioni come ‘economie del coordinamento’: il cuore delle imprese che operano nella società dell’informazione risiede nella capacità di creare coordinamento e funzioni organizzative all’interno degli stessi processi informativi che ne segnano l’evoluzione. I processi di innovazione si legano sempre di più alle trasformazioni dell’Information Technology e Internet diventa il protagonista della governance economica, sociale e anche ‘mentale’. Il digitale è solo un attuatore di questa dinamica: il nucleo portante del cambiamento è la confluenza di tutte le tecnologie in una sintesi che è, appunto, anche mentale.

La terza transizione è quella della convergenza: il valore misurato della convergenza è quello che dà il senso dello sviluppo nei diversi comparti. E alla fine di questo denso sistema di trasformazioni appare evidente come lo sviluppo di una moderna economia che vada verso processi totali di dematerializzazione, in prospettiva sempre più guidati da forme diversificate di intelligenza artificiale, stia nella produzione di intelligenza e di saperi. Nell’ultima transizione postindustriale parliamo di società della conoscenza e i modelli che la misurano hanno a che fare con i valori dei diversi comparti, del rapporto uomo-macchina.

Questo passaggio è certo il più potente della storia, non solo economica, dell’umanità. Le grandi transizioni avvenivano per millenni, poi per secoli, poi per decine d’anni. Nella società postindustriale, dalla società dell’informazione a quella della conoscenza, il mondo e gli uomini cambiano in lunghi attimi.