Essendo entrati nella “stagione post pandemica”, “penserei opportuno terminare con tante trasmissioni informatiche che inducono a chiudersi”. E’ l’invito che il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, ha rivolto aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente – sessione primaverile- a Roma, nella sua introduzione, ripresa dall’agenzia Ansa.
“Considerando la stagione della pandemia dobbiamo evitare che il ricorso alla comunicazione digitale, così importante durante l’isolamento, sostituisca la presenza e diventi funzionale all’individualismo e alla patologia della paura. Penserei, per esempio, opportuno terminare con tante trasmissioni informatiche che inducono a chiudersi”, ha spiegato, sottolineando come lo stesso principio valga anche per la Chiesa.
“Con una indispensabile cautela – ha detto – possiamo dire che ci troviamo ormai nella stagione post- pandemica, come l’Oms ha preannunciato. La dolorosa stagione del Covid ci impone un impegno forte per trasformare la sofferenza in consapevolezza e sapienza umana ed ecclesiale”.
I santi della ‘portaaccanto’
Zuppi ha quindi ricordato i “tanti presbiteri, diaconi, cappellani ospedalieri e operatori pastorali che si sono impegnati, a volte anche a costo della vita, per portare consolazione là dove c’era solitudine e morte”, durante la pandemia. “Ma ancora più numerosa è la schiera di laici, medici, infermieri, professionisti o semplici volontari, che con amore hanno accompagnato tante persone soprattutto anziane nell’ultimo tratto della loro esistenza. È stata la stagione dei ‘santi della porta accanto'”.