Rcs chiude il 2022 con utile a 50,1 milioni. “Ruolo centrale nell’informazione”

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Rcs archivia il 2022 con un risultato netto di gruppo positivo per 50,1 milioni di euro, rispetto ai 72,4 milioni nel 2021, quando il risultato aveva beneficiato per 9,5 milioni della plusvalenza realizzata nella cessione della Unidad Editorial Juegos. Lo rende noto il Consiglio di amministrazione di Rcs MediaGroup che oggi si è riunito ed ha esaminato e approvato i risultati consolidati al 31 dicembre 2022. Anno che, fa sapere Rcs, risente per contro di oneri non ricorrenti per 12,1 milioni (3,8 milioni nel 2021), oltre che del descritto incremento dei costi della carta e di altri fattori produttivi.

I ricavi netti consolidati di gruppo nel 2022 si attestano a 845 milioni e risultano sostanzialmente stabili rispetto al 2021, quando erano pari a 846,2 milioni. I ricavi digitali valgono circa 207 milioni, rispetto ai 205 milioni del 2021, con un’incidenza sui ricavi complessivi del 24,5%. L’Ebitda è positivo per 118,5 milioni (+144,5 milioni nel 2021). Il decremento sconta oneri netti di natura non ricorrente per 12,1 milioni (-3,8 milioni nel 2021), di cui circa 10 milioni imputabili alla transazione del contenzioso relativo al complesso immobiliare di via Solferino/via San Marco/via Balzan (classificato in Corporate ed Altre attività).

La posizione finanziaria netta è negativa per 31,6 milioni, mentre al 31 dicembre 2021 era positiva per 16,7 milioni e l’indebitamento finanziario netto complessivo, che comprende anche debiti finanziari per leasing ex IFRS 16 (principalmente locazioni di immobili), per complessivi 142,8 milioni al 31 dicembre 2022, ammonta a 174,4 milioni, in aumento di 29,5 milioni rispetto al dato del 31 dicembre 2021 (144,9 milioni). All’Assemblea verrà proposto un dividendo di 0,06 euro per azione.

Per il 2023 previsto Ebitda in crescita e più generazione di cassa, ma occhio a guerra

“A partire da fine febbraio 2022, il conflitto scoppiato in Ucraina e le sue conseguenze, anche in termini di sanzioni economiche applicate alla Russia e di impatti sull’economia e gli scambi, in particolare sulle filiere energetiche, produttive e logistiche, stanno determinando” per Rcs una situazione di “generale significativa incertezza e un rallentamento della crescita economica attesa nei mercati di riferimento”. Lo spiega Rcs nella nota di accompagnamento ai conti 2022, puntualizzando che in ogni caso “il gruppo non presenta una esposizione diretta e/o attività commerciali nei confronti dei mercati colpiti dal conflitto e/o di soggetti sanzionati”.

“L’attuale situazione -si legge nella nota- ha accentuato le spinte inflattive e la dinamica crescente dei costi di diversi fattori di produzione già in corso dal 2021 ed in alcuni casi anche difficoltà di approvvigionamento e quindi nei processi produttivi per diversi settori”. Con riferimento al gruppo, “tale contesto economico ha riflessi sui costi di produzione, in particolare per la carta e può influire anche sull’andamento del mercato pubblicitario, potendo incidere sulla propensione alla spesa degli inserzionisti”.

Anche nel corso del 2022, “il gruppo con la sua offerta informativa è venuto incontro al forte bisogno del pubblico di essere informato, garantendo un servizio puntuale ai propri lettori”.

Le edizioni quotidiane del Corriere della Sera e de La Gazzetta dello Sport, in Italia e di El Mundo, Marca ed Expansion in Spagna, i periodici e le piattaforme web e social del gruppo, sottolinea Rcs, hanno svolto “un ruolo centrale nell’informazione e nel racconto di questi anni, mettendo al centro la propria vocazione di servizio pubblico, imparziale e puntuale e affermandosi come attori autorevoli dell’informazione quotidiana televisiva, cartacea e on-line, con importanti numeri di ascolti televisivi e traffico digitale”. E “lo sviluppo della situazione, con i suoi potenziali effetti sulla evoluzione della gestione, che saranno oggetto di costante monitoraggio anche nel prosieguo dell’esercizio, non sono al momento ancora prevedibili”, dal momento che “tra l’altro, dipendono dall’evoluzione e durata del conflitto in Ucraina e dei suoi effetti geopolitici e dall’efficacia delle misure pubbliche, anche economiche e/o monetarie, che sono state e saranno implementate”.

E dunque, “in considerazione delle azioni già messe in atto e di quelle previste, in assenza di un peggioramento delle conseguenze riconducibili alla prosecuzione del conflitto in Ucraina e/o della dinamica dei costi, il gruppo ritiene che sia possibile porsi l’obiettivo di conseguire anche nel 2023 margini (Ebitda) fortemente positivi, in crescita rispetto a quelli realizzati nel 2022 e di proseguire con un’ulteriore generazione di cassa dalla gestione operativa”.

L’evoluzione del conflitto in corso e della situazione generale dell’economia e dei settori di riferimento, conclude la nota, “potrebbe tuttavia condizionare il pieno raggiungimento di questi obiettivi”.