Come se non bastasse la forte impennata -“quasi un’invasione”, scrive Libero – di migranti anche dalle coste tunisine, ecco abbattersi sul mondo delle quattro ruote la clava del carburante a emissioni zero che dal 2035 dovrà essere tassativamente obbligatorio per auto e piccoli furgoni a meno che non si utilizzino gli “e-fuels”, un prodotto già sperimentato dalla Germania e che, a differenza dei biocarburanti proposti dall’Italia, sta per avere il definitivo via libera da parte dell’Ue.
E’ roba da togliere il sonno perché in pochi hanno capito cosa accidente sia questo “e-fuel” di matrice germanica che, a differenza di altri, ha superato tutte le ecologiche barriere.
Ed ecco per i palati più sensibili la formula: si tratterebbe di carburanti sintetici liquidi o gassosi che si ottengono scomponendo l’acqua nei suoi elementi di base: idrogeno e ossigeno che si ottiene attraverso un processo di elettrolisi che richiede molta energia elettrica e molta acqua.
Dopo di che si fa il pieno e si viaggia tranquilli, roba per i non iniziati da telefoni senza fili alla Marconi. E funzionerà? E c’è quanto basta per salire in auto, accendere il motore e viaggiare tranquilli come accadeva al tempo della nefasta benzina? Questo però ancora non si sa perché gli ideatori del magico carburante preferiscono tenere la formula chiusa in un cassetto.
E il povero automobilista, in mancanza di altri più che doverosi ragguagli, che si frigge nel dubbio e, insieme con lui, anche le aziende che, prima del fatidico 2035 – dieci anni passano in fretta – vorrebbero almeno sperimentarlo. Questo per dire che sarebbe doveroso che l’Ue tenesse in maggior conto la vita dei suoi milioni e milioni di sudditi che sulle quattro ruote trascorrono buona parte delle loro giornate. E come se non dando loro, con un giusto anticipo e con una maggiore chiarezza, tutte le informazioni che possono essere utili per campare anche domani?