Matteo Renzi direttore del Riformista: “Non lascio la politica”

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Incarico per un anno, al posto di Piero Sansonetti che si prepara a riportare in edicola L’Unità

“Matteo Renzi è il nuovo direttore del Riformista”. L’annuncio arriva direttamente dall’account Twitter della testata. “Ho accettato una sfida affascinante: per un anno sarò il direttore de Il Riformista”, il commento via social del leader di Italia Viva.

Pausa politica per Renzi

Appena qualche giorno fa, Renzi aveva annunciato che si sarebbe preso una pausa, pur continuando a svolgere l’attività parlamentare. E cita il precedente di Sergio Mattarella, direttore del Popolo (organo della Dc). «Stamattina ho informato la presidente del Consiglio, della quale continuerò ad essere un acerrimo avversario».

L’Unità al debutto

Alla guida del giornale, Renzi raccoglie il testimone da Piero Sansonetti che a metà aprile – il 16 per la precisione – si prepara a riportare in edicola L’Unità.
La titolarità della storica testata fondata da Gramsci, messa all’asta al Tribunale di Roma, a novembre del 2022 era passata al Gruppo Romeo, già editore de Il Riformista, che fa capo all’imprenditore napoletano Alfredo Romeo.

IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

Sansonetti: colmiamo un vuoto

Renzi e Sansonetti sono stati i protagonisti della conferenza di presentazione, dalla Sala della stampa Estera a Roma.
“Al momento ci sono equilibri editoriali spostati a destra, con Riformista e Unità, colmiamo il vuoto che c’è per i giornali a sinistra e centro sinistra”, ha esordito Sansonetti, convinto che “oggi senza giornali non si possa fare politica”.
“Romeo ha avuto l’idea geniale di chiedere a Matteo Renzi di dirigere il Riformista, e lui ha accettato”, ha continuato, introducendo il neodirettore.
“Sono convinto che possa dare nuova linfa e che il suo giornale possa essere una novità assoluta in politica e in editoria”, ha chiosato, ribadendo l’intenzione di “fare giornali diversi”.

Renzi guarda al terzo polo e oltre

Le prime parole di Renzi sono state per il ritorno dell’Unità in edicola: “sono curioso di vedere su quali temi si focalizzerà e come i due giornali dialogheranno e si scontreranno”, ha detto. In comune tra le due testate resterà lo spirito garantista.

Spiegando a quale bacino di lettori vuole rivolgersi il “suo” Riformista, Renzi ha detto di voler guardare allo spazio che c’è tra “il sovranismo di Giorgia Meloni” e la linea più radicale rappresentata dal nuovo Pd di Elly Schein e i 5Stelle di Giuseppe Conte. Un’area che abbraccia non solo il terzo polo, ma anche i “moderati del centro destra, che faticano ad emergere nell’attuale maggioranza, o a quella sinistra che non si riconosce nelle politiche di Schlein”.
“Fra i sovranisti e una sinistra radicale c’è un mondo, una maggioranza silenziosa, forse non è maggioranza, ma è sicuramente silenziosa”.
“Sono convinto che lo spazio del terzo polo ci sia e sia ampio, sono convinto della proposta politica del terzo polo, ma credo che il Riformista debba andare oltre il terzo polo”, ha detto.

Nel dettaglio, la sua direzione partirà dal 3 maggio e si concluderà il 30 aprile del 2024. “Poi vedremo cosa fare da grandi”, ha aggiunto Renzi, confermando che il giornale uscirà 5 giorni su 7 e avrà 12 pagine.

In politica

Alle domande sul suo futuro in politica, Renzi ha risposto che continuerà a fare il parlamentare all’opposizione. “Non lascio, ma raddoppio”, ha detto citando Mike Bongiorno, “mettendo un carico da 90 e tentando di fare un’operazione che sia utile per il paese”.
Per quanto riguarda il suo partito invece, ha ricordato di essere iscritto a Iv e che si iscriverà al partito unico del terzo polo che ha in Carlo Calenda il leader. “Io non sono nella partita delle leadership del terzo polo, che si è chiusa quando chiesi a Carlo di fare un passo avanti. Io sarò un leale collaboratore del terzo polo, io ci credo davvero”.

Renzi ha anche detto di aver comunicato la notizia del suo ruolo al Riformista per prima a Giorgia Meloni: “Stamani ho chiamato la presidente del consiglio, di cui sono un fiero oppositore e a cui non lasceremo passare mezza virgola, per informarla. E’ stata la prima a sapere questa notizia”.
Mentre Calenda gli è “parso entusiasta” per la sua scelta.

I ruoli delle due testate secondo l’editore

A proposito dell’indirizzo che assumerà IlRiformista, l’editore Romeo ha spiegato: “tornerà alla sua vocazione originale liberal-democratica, garantista e pluralista, rappresentando tutte le idee costruttive che vanno dalla sinistra più moderata di ispirazione socialista e democratica, alle tradizioni popolari e quelle liberali, con uno sguardo fortemente rivolto al futuro del mondo”. E sul rapporto che si instaurerà tra le due testate, l’editore ha aggiunto:”saranno giornali diversi, in alcune cose anche contrapposti. Dialogheranno e combatteranno, per il pluralismo e per la crescita del paese”.

Cdr Unità e Fnsi: tema occupazionale non risolto

“La dolorosa vicenda occupazionale dei giornalisti dell’Unità non è conclusa. Lo ricordiamo anche a Matteo Renzi che per un anno si cimenterà come direttore de Il Riformista”. Lo affermano, in una nota, il Comitato di redazione dell’Unità e la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante.

“Parliamo dello stesso Renzi segretario del Partito Democratico nel periodo più buio per L’Unità: dall’avvento degli editori Pessina-Stefanelli, all’uscita del Pd dalla società editoriale, alla chiusura del quotidiano. La storia più recente ha raccontato la procedura fallimentare a carico degli editori Pessina-Stefanelli e l’acquisto all’incanto della testata fondata da Antonio Gramsci da parte dell’editore Alfredo Romeo, già proprietario de Il Riformista. ‘La vera notizia è il ritorno in edicola dell’Unità’, dice Renzi, ma dimentica che il nuovo progetto editoriale ha lasciato fuori le giornaliste e i giornalisti dell’Unità che hanno vissuto sulla loro pelle l’epilogo della testata. Un’operazione, lo ribadiamo, che si manifesta non come un’opportunità per il pluralismo dell’informazione, recuperando una testata fondamentale per la storia democratica del Paese con il suo patrimonio professionale, ma come una mera speculazione editoriale”.

“È la prima volta,si legge in conclusione, che un’intera redazione, quella de Il Riformista scriverà le pagine della nuova L’Unità mentre si darà vita a una nuova redazione che sarà diretta da Matteo Renzi. All’editore Alfredo Romeo e al direttore Piero Sansonetti ricordiamo con forza che la vicenda dell’Unità coincide con la storia di 17 giornalisti e 4 poligrafici licenziati dopo il fallimento. Il tema occupazionale e professionale resta intatto”.