Diversity e inclusione, l’attenzione ‘media’

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Se la diversity è una ricchezza, non si può dire che nell’ultimo anno ci siamo arricchiti granché. Ma almeno il mondo dei media e dell’intrattenimento in Italia non si è impoverito.
La nuova ‘Diversity media research 2023’ è stata presentata a Milano.
A introdurla, il sindaco Giuseppe Sala che riconosce al “mondo largo dei media” la potenzialità di parlare, suggerire, comunicare per superare l’ignoranza e la cultura del manicheismo bianco/nero.
Mentre Francesca Vecchioni, presidente della Fondazione Diversity, ha introdotto anche le novità dell’anno.
Fra le quali una nuova categoria della ‘diversità’: accanto alle tradizionali – Etnie, Età e generazioni, Genere, Disabiità, Ligbtq+ – quest’anno è stato analizzato l’Aspetto fisico.

Ucraina e Iran

Due i momenti clou del 2022 in cui la diversity è entrata al centro dell’attenzione dei media. Il primo in marzo, con l’avvio della guerra e le conseguenti notizie focalizzate sui rifugiati ucraini. L’altro in novembre, quando i media hanno dato particolare spazio alle donne, per via delle proteste in Iran, e agli immigrati.
In totale, scremando su 42.271 notizie dei 7 telegiornali nazionali nel corso del 2022, quelle che hanno riguardato una o più categorie della diversità sono state 10.104. Poca cosa rispetto all’anno precedente, dove c’era stata una crescita del 6%, ma pur sempre uno 0,9% in più che testimonia un lento progredire dell’attenzione.

I Tg preferiscono etnia ed età

I dati, raccolti dall’Osservatorio di Pavia con Fondazione Diversity, e presentati da Monia Azzalini, confermano peraltro che la notiziabilità è legata soprattutto a tre categorie della diversity: Etnie, Età (soprattutto i giovani, che nel gruppo fanno la parte del leone con il 68%), Genere. Categoria, dice Azzalini, basate sull’immagine denotativa (si vede subito ciò di cui si parla), contrarimente a un gruppo per esempio come Lgbtq+.
Mentre la la Disabilità si ferma all’1,3% delle notizie, anche se nel novero entrano adesso quelle legate alla ‘fragilità’ (in parte retaggio post Covid) psicologica.

Francesca Vecchioni

I premi

In parallelo alla ricerca, come ogni anno sono stati presentati i Diversity Media Award.
La premiazione si svolgerà al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano il 21 giugno, e sarà programmata su Rai 1 in seconda serata il 1° luglio.
A presentarla, l’attrice Matilda De Angelis (‘Veloce come il vento’ al cinema, ‘La legge di Lidia Poet’ su Netflix), in compagnia dell’autodefinitosi “valletto”, il giovane attore Alberto Malanchino.
Alla premiazione il pubblico può partecipare sia comprando il biglietto sia (fino al 4 giugno) votando da una shortlist dove si trovano il miglior film italiano, la migliore serie tv straniera e quella italiana, la miglior serie kids, il miglior programma tv, il miglior podcast, il miglior programma radio, il miglior prodotto digital, e il creator dell’anno.

Matilda De Angelis

La diversity dell’intrattenimento

La ricercatrice Maria Luisa Bionda ha spiegato che sono stati analizzati 500 prodotti mediali dell’anno 2022.
Diversi i dati che emergono. Innanzitutto, il fatto che anche in tema di inclusione il mondo digitale registra le migliori performance.
A trattare la diversity con efficacia sono infatti soprattutto creator e podcast. Senza dimenticare però gli ottimi risultati delle serie kids: proprio chi si rivolge ai più piccoli (e i titoli sono spesso made in Italy) riesce ad avere un linguaggio e una sensibilità che talvolta mancano ad altri, in particolari ai programmi per le reti generaliste.

Alberto Malanchno