Roberto Sergio è il nuovo amministratore delegato Rai. Giampaolo Rossi nominato dg

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Via libera con tre sì: fondamentale il voto di Soldi.
Nel corso della riunione confermati nei prossimi palinsesti Report e Cartabianca

Via libera del consiglio di amministrazione Rai alla nomina di Roberto Sergio ad amministratore delegato, come proposto dall’assemblea degli azionisti.

Tre sì, un no, due astenuti

Sono stati tre i voti a favore, un contrario e due astensioni che valgono come no, mentre, stando a quanto segnalato dall’agenzia Ansa, Sergio non era presente al momento della nomina.
Hanno votato a favore i consiglieri Simona Agnes e Igor De Biasio, rispettivamente in quota Forza Italia e Lega, e la presidente Marinella Soldi. Astenuti Alessandro Di Majo, in quota M5S e Riccardo Laganà, eletto dai dipendenti. Francesca Bria, in quota Pd, ha votato contro.
Fondamentale dunque il voto favorevole di Soldi, che in caso di parità vale doppio.

Rossi dg

Come ampiamente previsto, Sergio ha comunicato di voler affidare a Giampaolo Rossi il ruolo di direttore generale e di voler nominare Paola Marchesini direttore dello Staff dell’ad.
La prossima seduta del Cda è stata fissata al 25 maggio.

Report confermato

Nel corso della seduta del consiglio sono stati anche confermati per i prossimi palinsesti alcuni programmi rimasti in sospeso. Le trasmissioni in questione sono: ‘Report’, ‘Carta Bianca’, ‘Chi l’ha visto’, ‘Mezz’ora in più’, ‘Fame d’amore’, ‘I fatti vostri’ e ‘Tv Talk’, ‘Che ci faccio qui’ e – per i contenuti digitali – ‘Ossi di seppia’-

Il 3 marzo scorso il cda aveva limitato l’approvazione dei piani di produzione e trasmissione solo fino al 31 agosto 2023, in modo da lasciare le scelte agli amministratori entranti. Ora – visto che i tempi stringono e i programmi devono andare in produzione – è arrivato il via libera.

Nessun accenno su Fazio

Stando a quanto risulta a Prima Comunicazione, durante la riunione c’è stato solo un accenno all’uscita di Fabio Fazio da Viale Mazzini, tema sollevato dalla consigliera Bria. Nessun commento a riguardo invece da parte dell’ad Sergio.

La nota Rai su Sergio

“Si è svolta in data odierna l’Assemblea degli Azionisti, che ha formalizzato la designazione di Roberto Sergio quale nuovo componente del Consiglio di Amministrazione Rai, indicandolo per la carica di Amministratore Delegato.
A seguito di tale indicazione, si legge in una nota ufficiale Rai, il Consiglio di Amministrazione della Rai, riunitosi successivamente, ha provveduto a nominare Roberto Sergio quale nuovo Amministratore Delegato, con decorrenza immediata”.

“Espletate le formalità di rito, nel corso della riunione il nuovo Amministratore Delegato ha comunicato di voler nominare Paola Marchesini quale direttore dello Staff Amministratore Delegato e di voler affidare a Giampaolo Rossi il ruolo di Direttore Generale Corporate, ruolo precedentemente ricoperto ad interim dall’Amministratore Delegato.
Il Consiglio di Amministrazione Rai ringrazia l’Amministratore Delegato uscente Carlo Fuortes per il ruolo svolto”.

Di Majo: ‘valuterò la nuova dirigenza in base alle scelte’

“Mi sono astenuto per un senso di responsabilità nei confronti dell’azienda Rai, dei circa 13mila dipendenti e dei cittadini italiani che pagano il canone”. Così Di Majo ha poi spiegato le ragioni della sua astensione al voto per la nomina di Sergio.
“L’azienda ha bisogno di stabilità economica, di certezze per il futuro, di innovazione, di rispetto dei saldi e riconosciuti principi di indipendenza, di trasparenza, di pluralismo e di imparzialità. Vedremo se il nuovo corso sarà autenticamente inclusivo, plurale e volto al futuro ed in grado di dare risposte efficaci ai tanti problemi dell’azienda. Chiedo pertanto al nuovo vertice aziendale di fare le scelte che servono per il bene del servizio pubblico. La nuova dirigenza verrà valutata in base a queste scelte e sul rispetto del pluralismo che al momento è carente”.

Laganà: ‘contrario al sistema di nomina’

Anche il consigliere Laganà ha spiegato i motivi che lo hanno portato a non votare. “In linea con le precedenti ratifiche di vertice, ho ritenuto di astenermi, non già per un giudizio di valore sulle professionalità di volta in volta proposte dall’Azionista, bensì per una mia nota contrarietà a un sistema di insediamento della Governance che avviene a causa di una legge ritenuta da più parti affetta da profili di incostituzionalità perché sottrae di fatto al Parlamento quel controllo che la Consulta le aveva attribuito a metà degli anni ’70 nelle sue note pronunce”, ha detto, come riporta Ansa.
“Oltre i proclami di rito dettati forse dalla vergogna della solita logica spartitoria, non c’è mai stata forza politica che, una volta arrivata al governo, abbia calendarizzato la discussione di un progetto di legge in grado di restituire a Rai indipendenza editoriale, finanziaria e industriale tale da permetterle di affrontare le sfide presenti e future di un Paese che ha necessità di un servizio pubblico autorevole, credibile e indipendente. A tutti coloro che si attendevano un mio voto di segno diverso, nell’una come nell’altra direzione, mi permetto di osservare che in questi miei 5 anni di consiliatura ho notato troppa indifferenza ed estraneità ai reali e strutturali problemi dell’azienda”.

“Come cittadino, dipendente e consigliere di amministrazione del servizio pubblico sono ormai esausto da questa solita penosa rincorsa ad accaparrarsi posizioni in forza di una imposta logica di spoil system, ha affermato ancora, che ha soffocato ogni valutazione di merito e trasparenza e con essa la capacità dell’Azienda nel tempo di essere competitiva, trasparente con i cittadini e giusta verso tutte le sue professionalità. In tale contesto riconosco al collega dott. Sergio di aver avuto con il consigliere dei dipendenti fin dai tempi della direzione radio un rapporto franco e collaborativo, contrariamente ad altri nella sua stessa posizione apicale”.

“A lui, al suo staff vanno gli auguri di buon lavoro per il rilancio del servizio pubblico anche in previsione della scadenza della concessione nel 2027. Se lo riterrà, sarò sempre a disposizione per qualunque costruttivo confronto per affrontare tutti i temi aziendali lasciati in sospeso e quelli che verranno. Auspico in tal senso massima condivisione degli obiettivi e dei progetti nel rispetto dei ruoli e aree di competenze, elemento che è mancato in precedenza e che ha creato diverse criticità. Le ipotizzate nuove nomine alle direzioni di Genere, Testate e corporate, se necessarie, dovranno essere attuate nella massima trasparenza e sulla base di un progetto specifico di rilancio editoriale ed industriale. Su chi ha la responsabilità di governare Rai servizio pubblico, indipendentemente dal momento storico e dal colore politico delle forze che hanno designato i vertici, ricade sempre e comunque il dovere di garantire imparzialità e pluralismo nel senso più ampio che attualmente, sotto il profilo informativo, segna preoccupanti squilibri evidenziati dall’osservatorio di Pavia”.

“Il servizio pubblico e l’offerta editoriale, ha concluso, non sono a disposizione del governo di turno ma devono sempre e comunque essere strumenti per favorire lo sviluppo di consapevolezza e senso critico in ogni cittadino. Da parte mia, in piena autonomia, il mio voto in cda sarà dunque esclusivamente di merito rispetto alle soluzioni proposte, progetti e ai provvedimenti che saranno di volta in volta portati in approvazione”.