Piero Sansonetti (Foto LaPresse)

Oggi è in edicola l’Unità. Sansonetti: giornale socialista, garantista, liberale, cristiano e pacifista

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I lavoratori a Sansonetti: lascia in pace Gramsci

Dopo quasi 7 anni di assenza l’Unità torna oggi nelle edicole e online diretto da Piero Sansonetti che ha l’ambizione di far ritrovare insieme sulle pagine del giornale “pezzi di pensiero per ricostruire una vera sinistra, di cui c’è bisogno”.

Edito da Gruppo Romeo, che fa capo all’imprenditore napoletano Alfredo Romeo (a cui fa capo anche il Riformista diretto dal leader di Italia Viva Matteo Renzi) L’Unità esce con una diffusione cartacea in un centinaio di città e una tiratura di circa 100mila copie.

Sansonetti – riferisce Ansa – presenta il nuovo quotidiano come un giornale socialista, garantista, liberale e cristiano, dunque pacifista. “In questo momento Bergoglio è la cosa più di sinistra che ci sia: per questo mi piace usare il termine cristiano perché lui è un punto di riferimento forte”.

La nuova Unità debutta con un articolo di Massimo D’Alema e il giorno successivo una intervista a Melenchon, “il più importante leader della sinistra europea”, darà ogni giorno spazio anche all’associazione Nessuno Tocchi Caino, un “primo atto di affetto tra la sinistra e i radicali” ha sottolineato il direttore. Inoltre “saremo vicini ai movimenti e alle Ong, pesantemente colpite da tutti i governi, ma in modo particolare da questo esecutivo di centrodestra”.

L’Unità, numero zero uscito solo a Roma il 9 maggio 2023 

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La protesta dei lavoratori ex Unità. Nota di ieri

“Domani uscirà l’Unità diretta da Piero SANSONETTI. Per lanciare il suo progetto, il direttore sceglie slogan “forti”, chiama in causa “il ritorno” di Gramsci e utilizza l’immagine iconica di Berlinguer. Ma questa Unità non ha nulla a che vedere con la testata fondata nel 1924, né con le battaglie del segretario del Pci perché con scientifica, padronale protervia calpesta ogni diritto dei suoi lavoratori: i giornalisti e poligrafici che hanno tenuto in vita il giornale sono stati esclusi, cancellati, perfino vilipesi. Siamo di fronte a un caso mai contemplato nel mondo del lavoro: un’intera edazione sostituita da un’altra”.


Così – in una nota ripresa da Ansa – le lavoratrici e i lavoratori dell’Unità.

Nella nota i lavoratori scrivono inoltre che ” lo ribadiamo al direttore SANSONETTI e all’editore Romeo: la testata sono anche i lavoratori. Un concetto tanto più vero nel caso dell’Unità, per la storia e il ruolo del quotidiano fondato appunto da Antonio Gramsci. Un intero corpo redazionale spazzato via”.

SANSONETTI, aggiungono,” ci ha tacciato di essere ‘renziani’, proprio lui che ha lasciato il Riformista nelle mani del leader di Italia Viva e che finge di non ricordare che noi, giornalisti e poligrafici, abbiamo una storia lunga, più lunga della sua memoria labile. Molti di noi lavoravano all’Unità quando SANSONETTI era condirettore, e siamo noi ad aver subito l’ultima, indegna chiusura nel 2017 quando la governance del giornale era nelle mani dei Pessina, gli editori voluti dal senatore Renzi. Respingiamo, dunque, al mittente allusioni e menzogne. Si assuma le sue responsabilità SANSONETTI. Senza chiamare in causa chi odiava gli indifferenti e che ha lottato con la vita per difendere i diritti dei lavoratori. Quelli che Sansonetti e l’editore Romeo hanno calpestato”.