Juve, processo plusvalenze: 10 punti di penalità

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Se la corte confermasse le richieste, Juve settima, alle spalle della Roma

Dieci punti di penalizzazione, uno in meno di quanto chiesto dalla Procura della Federcalcio, guidata da Giuseppe Chinè, sono stati inflitti alla Juventus dai giudici della Corte d’appello federale per la nuova puntata del processo sulle plusvalenze.
Un verdetto immediatamente esecutivo e che fa scivolare i bianconeri al settimo posto in classifica, fuori dalla zona Europa.

“Grande amarezza”

Il club, in una nota ufficiale, ha affermato di voler prender “atto di quanto deciso”, riservandosi “di leggere le motivazioni per valutare un eventuale ricorso”, ed esprimendo “grande amarezza” del club e dei suoi milioni di tifosi “oltremodo penalizzati da sanzioni che non sembrano tenere conto del principio di proporzionalità”.
Posizione ribadita anche a caldo del dirigente bianconero Francesco Calvo, da Empoli, dove la Juve era impegnata in campionato. “Non siamo soddisfatti, le prime impressioni sono negative. Valuteremo la possibilità di un ricorso, ma dobbiamo leggere le motivazioni”, ha detto.

Juve_comunicato

Prosciolti Nedved e gli altri dirigenti

Il verdetto, sottolinea Ansa, oltre a stabilire la penalizzazione in classifica per la squadra ha prosciolto i sette dirigenti della società torinese per il quale il Collegio di Garanzia aveva chiesto di rimotivare la responsabilità: Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano.
Per tutti, il procuratore federale aveva chiesto otto mesi di inibizione.
Il rinvio del Collegio di Garanzia al secondo grado della giustizia della Figc partiva dalla confermata colpevolezza di Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, Fabio Paratici e Federico Cherubini.