L’aria che tira sui giornali. Un nuovo piano Marshall ma anche polizze (gratuite) contro i disastri provocati dal clima

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Non c’è giornale che anche oggi non dedichi pagine su pagine ai catastrofici e imprevedibili effetti prodotti dall’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, una delle regioni più ricche e prosperose dello stivale.
Con destra e sinistra che se le danno di santa ragione a caccia di quei “negazionisti del clima” che, per incuria o incapacità, non hanno nel corso degli anni provveduto a rinforzare argini, bacini e chissà cos’altro.

E ci pensa Repubblica a tagliare la testa al toro, sostenendo che questo imperdonabile fiasco avrebbe nome e cognome: dal “piano suolo” ideato a suo tempo da Berlusconi, al progetto “Italia sicura” di Renzi e poi a quelli ideati da Conte e persino dal governo Draghi. Per poi dare addosso – e così ci sarebbe di mezzo pure la Meloni – a chi non ha previsto cosa sarebbe potuto accadere al Po “dopo la grande siccità”.

Quindi, scrive il Resto del Carlino, siamo arrivati a una devastazione a cui solo un nuovo “piano Marshall” potrà porre rimedio dato che – scrive La Stampa – “le esenzioni e gli indennizzi già promessi dalla Meloni0 non basteranno certo a risolvere un simile guaio”. Che è più grave di quanto non si creda perché pare che solo una piccola percentuale di emiliani e romagnoli ha provveduto a stipulare polizze assicurative, come da tempo fanno in California e in
molti altri paesi, contro le calamità naturali, tra cui alluvioni e terremoti.

Quando, per esempio, nel 2016 ci fu il terremoto in Abruzzo, si scoprì che in Italia solo il 2% delle case era coperto da una polizza per le calamità naturali. A fronte di questo dato impressionante ci fu da parte del governo un provvedimento che prevede di portare in detrazione dei redditi solo il 19% del costo della polizza. Un’inezia, anzi
una presa in giro. Ed è probabile che molti abitanti delle città romagnole invase dall’acqua non siano assicurati, come
accade in altre parti d’Italia.
Una polizza sulla casa avrebbe infatti garantito un adeguato indennizzo, ma chi va a pensare che possa accadere un simile cataclisma?
E poi dovrà pensarci lo Stato a risarcire. E magari sarà così, ma chissà con quali intoppi e problemi.

In California, Nuova Zelanda e altrove, la polizza assicurativa per le calamità naturali e alluvioni è da tempo obbligatoria. Se la fanno tutti, il costo diminuisce di molto.
Non sarebbe il caso che anche in Italia venisse introdotta una norma del genere? Fermo restando che lo Stato, risparmiando un po’ di denaro, dovrebbe investire di più e meglio per la messa in sicurezza del territorio, realizzando opere che impediscano inondazioni e frane, come quelle che in questi giorni hanno devastato la Romagna. L’Italia infatti, con i continui fenomeni come terremoti e alluvioni è considerato dagli scienziati un paese “ad
alto rischio”. A cui si aggiunge l’“emergenza climatica”.

In conclusione lo Stato dovrebbe favorire l’assicurazione per le calamità naturali “rimborsando” direttamente all’assicurato il costo della polizza. Sarebbe un costo per lo Stato di molto inferiore rispetto a quello che deve
sostenere ripetutamente per riparare ai danni prodotti da alluvioni terremoti ed altro.