Slitta da giugno a settembre l’elezione del nuovo presidente dell’Associazione italiana editori e fino a quel momento rimarrà in carica Ricardo Franco Levi. Lo ha deciso oggi il Comitato di presidenza dell’Aie, che ha avviato le procedure per individuare il prossimo presidente.
Levi, che il 14 marzo 2022 era stato nominato dal governo Draghi anche commissario straordinario per l’Italia ospite d’onore 2024 alla Fiera di Francoforte, non è rieleggibile avendo gia svolto tre mandati, ma all’interno dell’Aie si era fatta strada l’ipotesi di verificare se in una situazione così eccezionale lo statuto lasciasse uno spiraglio perché rimanesse in carica fino alla Buchmesse 2024, venendo rieletto a fine giugno alla scadenza naturale del mandato.
A cambiare definitivamente le carte in tavola sono state due polemiche che hanno travolto Levi nell’ultimo mese. Prima per aver invitato, poi disinvitato e infine reinvitato il fisico Carlo Rovelli alla cerimonia d’inaugurazione della Fiera di Francoforte 2024. La scelta di disdire l’invito, aveva spiegato Levi, nasceva dalla “quasi certezza” che a Francoforte potessero rivivere le polemiche politiche nate dall’intervento pacifista di Rovelli al concerto del Primo maggio nel quale aveva attaccato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. La sollevazione di molti protagonisti del mondo della cultura e della stessa Aie in nome della libertà di pensiero avevano fatto tornare sui suoi passi Levi, che aveva dichiarato di non avere alcuna intenzione di dimettersi.
A fargli cambiare idea è stata però la seconda vicenda, cioè la rivelazione di Libero che suo figlio lavora nella società belga Ifc Next che cura la comunicazione per l’Italia alla Buchmesse 2024: società scelta, ha risposto Levi al quotidiano, con una gara “in assoluta trasparenza”. Ma essendo stata messa in dubbio la sua correttezza professionale, ha spiegato, il 26 maggio ha deciso di rimettere il mandato nelle mani del ministro della Cultura Sangiuliano.
Di tre prestigiosi incarichi, il terzo è la presidenza della Fep, la Federazione degli editori europei, a Levi rimane dunque solo quest’ultimo. All’Aie i giochi per la sua successione non sono ancora cominciati, ma ci vorrà impegno per trovare una figura come quella di Levi che, grazie alla sua esperienza istituzionale come deputato e sottosegretario del governo Prodi nel 2006, nel corso della sua presidenza ha svolto un ruolo di vigilanza e di stimolo particolarmente efficace anche nei confronti del mondo politico.