Cresce il numero di top manager attivi sulle piattaforme social. È la prima evidenza che emerge dall’aggiornamento di maggio 2023 dell’Osservatorio Social Top Manager di Reputation Manager che monitora la presenza e l’attività social di oltre 150 executive attivi in Italia.
Rispetto alla rilevazione di gennaio 2023, la percentuale di top manager presenti su almeno una delle tre piattaforme social prese in esame è rimasta stabile (75%), mentre è diminuita di un punto nel corso dell’ultimo anno.
Aumenta dell’8% il numero di top manager che producono attivamente contenuti e si riduce di 2 punti la percentuale
dei profili inattivi (26%).
Il numero degli executive che si limitano a reagire ai contenuti altrui diminuisce invece di un decimo (20%).
LinkedIn è la piattaforma che presenta il maggior numero di profili dei top manager (52,6%). Seguono Twitter (27,8%) e Instagram (19,6%).
Il social professionale, continua l’analisi, è il canale principale per il 77% dei manager attivi su almeno una delle piattaforme incluse nell’analisi.
Non solo: LinkedIn continua la sua crescita. Il seguito dei manager in Top20 è infatti aumentato del 16,3%, con picchi individuali del 46%.
I primi 20 manager per follower su Instagram vedono invece un’espansione quadrimestrale più contenuta (+3,7%) e
Twitter inverte la propria tendenza in contrazione registrata a gennaio 2023 con un lieve incremento dello 0,5%.
La maggior parte dei top manager pubblica e condivide su LinkedIn contenuti legati alle proprie aziende. Innovazione e sostenibilità continuano ad attrarre la maggiore attenzione, con focus su transizione energetica e occupazione. Nelle ultime settimane è cresciuto poi l’interesse sull’intelligenza artificiale.
Twitter è utilizzato più liberamente e presenta anche opinioni personali su svariati argomenti, anche di attualità e politica. Instagram è invece il social sul quale gli executive adottano un approccio più personale, attraverso la condivisione di immagini e video ritraenti anche attimi della loro vita privata.
In questa edizione, l’analisi ha dedicato un focus più approfondito su Wikipedia, canale che spesso rappresenta il primo touchpoint tra il top manager e i suoi stakeholder, influenzando la percezione.
Degli oltre 150 profili inclusi nell’analisi, solo il 47% degli executive è presente con una voce personale. Un valore che risulta in calo rispetto a un anno fa, ma stabile con riferimento alla rilevazione di gennaio 2023.
L’analisi ha evidenziato le caratteristiche più ricorrenti nelle pagine dedicate agli executive: la presenza di una foto; il racconto della biografia e della carriera; cenni (più o meno diffusi) sulla vita privata; altri incarichi (oltre al ruolo principale) assunti dal manager; premi e onorificenze ottenuti; pubblicazioni; e controversie/vicende giudiziarie.
L’unione di tutti questi elementi influisce infatti sulla percezione che gli utenti hanno del manager. Per il suo carattere enciclopedico, è percepita come canale autorevole e veritiero, anche se i contenuti presenti al suo interno sono sempre frutto di moderazione e scelte editoriali da parte della community. È dunque fondamentale studiarlo per capire quale sia l’impatto sulla reputazione personale e professionale.
“Lo studio dei dati sulla comunicazione delle personalità pubbliche e dei brand, condotto in questi anni, ci ha portato a sviluppare una teoria sul rischio di information overload, che nei social più che in altri canali, è dietro l’angolo, data la loro caratteristica immediatezza”, ha spiegato Andrea Barchiesi, Founder e ceo di Reputation Manager.
“La curva tipica è a ‘vasca da bagno rovesciata’, con ‘efficacia’ in ordinata e in ascissa la ‘frequenza’ di comunicazione. In pratica, vi sono tre zone così disegnate, la prima a bassa frequenza non serve a molto ed è la fase fredda.
Dare un numero è poco utile poiché dipende dal canale e dalla materia. Sull’ornitologia un post a settimana è tanto, sulla cronaca è troppo poco. La fase due è una curva di buona efficacia e stabilità (sarebbe il fondo della vasca rovesciata). Qui si ottengono ottimi risultati in un range di frequenza. La terza fase è il surriscaldamento, ovvero l’efficacia crolla in modo ripido al crescere della frequenza.
“In politica è molto chiaro, Salvini, Calenda e altri sono spesso nell’area di surriscaldamento. Ogni post consuma il precedente e avviene anche una sorta di effetto stanchezza. Questa curva va adattata ad ogni canale”. Il consiglio dunque, ha concluso, è di posizionarsi “in fase due bassa”.
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