Salari e concorrenza: luci e ombre sul mercato Ue dei videogiochi

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Secondo i dati Francia, Germania, Italia, Spagna e UK rappresentano il 75% del settore

Il mercato europeo dei videogiochi vale 23,48 miliardi di euro, con una previsione di crescita di 33 miliardi entro il 2026. Sono i dati pubblicati dalla Commissione europea nel rapporto ‘The European Media Industry Outlook’ su trend di domanda e offerta dei settori audiovideo, videogame e mass media.

Relativamente al mercato dei videogiochi, il rapporto della Commissione considera come a livello mondiale il valore generato dalla catena di produttori di hardware, sviluppatori, publisher, distributori e rivenditori ammonti a 179 miliardi di euro (+5,4% rispetto al 2021) e si stima possa toccare quota 196,4 miliardi entro il 2024.
A trascinare il mercato europeo, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, che rappresentano complessivamente il 75% dell’intero settore e vedono inoltre crescere i ricavi del 22%. I giochi più redditizi sono quelli da dispositivi mobili, con oltre la metà del fatturato generata dal mobile gaming: 12,31 miliardi. Così anche a livello globale, con il 51% del fatturato, seguiti dai giochi per console con il 29% e giochi per Pc con il 20%.

Concorrenza Asia e Usa

Nonostante il trend positivo, il mercato Ue ha però ceduto il passo alla concorrenza asiatica, vedendo così ridurre la propria quota dall’ 8,7% del 2017 al 7,7% del 2021. Si stima inoltre che la quota possa ridursi fino al 7,3% entro il 2025. Pesa oltretutto la frammentazione del settore europeo, popolato dal 4.600 imprese, l’80% delle quali di piccole dimensioni, con meno di dieci dipendenti e che faticano a investire in progetti su larga scala e ad alto budget. Tra le compagnie più grosse vi è la svedese Embracer, che dal 2008 a oggi ha acquisito oltre 170 società per un valore di 6 miliardi. Un esempio europeo significativo, ma che fatica a misurarsi con l’arrembaggio di Microsoft nel mondo del gaming – intenzionata ad acquisire Activision Blizzard per 60 miliardi di dollari – o con le operazioni di Amazon, Apple, Meta e Netflix.

Mercato del lavoro

Nei Paesi della Ue, il settore dei videogame impiega circa 74mila persone. Un dato in calo rispetto ai 100mila addetti rilevati nel 2020, e che risente della difficoltà a reperire personale altamente qualificato per lo sviluppo sempre più complesso dei videogiochi di altissima qualità. Il 40% dei recruiter europei dichiara di aver assunto collaboratori sotto qualificati in mancanza di opzioni migliori. Pesano anche le condizioni di lavoro, che rispetto ad altri settori digitali risentono di salari bassi e orari più lunghi. Infine, le prossime rilevazioni sul numero della forza lavoro nel settore dei videogame, terranno conto dei licenziamenti decisi nel 2022 da alcune big come Microsoft/Xbox, Ubisoft, Unity e Riot Games.

Realtà aumentata

Cresce anche il segmento xr (extended reality), dove il mercato europeo vanta una quota significativa del mercato globale con 7,95 miliardi di euro generati sui 23,7 complessivi (dati 2021). Nonostante si tratti ancora di un mercato di nicchia, l’86% delle 285 aziende europee ha dichiarato un aumento delle vendite di prodotti xr.

Le previsioni indicano un tasso composto di crescita annuale compreso tra il 37% e il 43% entro il 2026, ma sempre a un ritmo più lento rispetto alla concorrenza extra Ue. I dati mostrano la crescente fiducia dei Paesi europei nella realtà aumentata. Città come Parigi, Berlino, Amsterdam, Helsinki, Monaco, Amburgo e Milano sono un terreno fertile per la ricerca e lo sviluppo di progetti Xr (vedi lo sviluppatore tecnologie immersive milanese AnotheReality). Per quote di mercato, gli Stati Ue più attivi nel segmento xr sono: Germania (2,84 miliardi), Francia (2,22 miliardi), Italia (1,34 miliardi), Spagna (0,81 miliardi) e Paesi Bassi (0,6 miliardi).