Marinella Soldi (Foto LaPresse)

Soldi (Rai) lancia l’allarme: indebitamento a 580 milioni, urge piano industriale

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“Contratto di servizio, piano industriale, di cui fa parte anche quello immobiliare, e piano di sostenibilità sono i tre progetti strategici a cui l’azienda ha continuato a lavorare in questo anno in cui non ci siamo visti”. Lo ha detto – ripresa da Adnkronos – la presidente della Rai, Marinella Soldi, aprendo l’audizione davanti alla commissione di Vigilanza, che oggi ascolta anche l’amministratore delegato dell’azienda, Roberto Sergio, e il direttore generale, Giampaolo Rossi.

Indebitamento a 580 milioni, urge piano industriale

“Vorrei trasferirvi un senso di urgenza. L’azienda, pur avendo chiuso l’ultimo bilancio in pareggio, affronta una situazione di indebitamento pari a 580 milioni di euro nel 2022. Per un rinnovo necessario delle forme di finanziamento, serve un piano industriale credibile e realistico da approvare a stretto giro e tassativamente non oltre il 2023”.

Risorse certe

“La Rai, per essere centrale nella vita degli italiani, deve attuare la radicale trasformazione in media company digitale. A questo scopo è essenziale portare a conclusione rapidamente il molto lavoro già fatto sui 3 piani di azione sinergici: Contratto di Servizio, Piano di Sostenibilità, Piano Industriale”, ha rilevato Soldi.
“Ma nello stabilire, attraverso il prossimo Contratto di Servizio, gli obiettivi e gli obblighi per la Rai dei prossimi cinque anni, bisogna avere cognizione e piena certezza delle risorse a disposizione, comprese risorse aggiuntive per un Piano industriale di trasformazione digitale”.

“Nessun Paese europeo oggi fa a meno di una media company finanziata pubblicamente. I servizi pubblici di alcuni paesi, in assenza di risorse aggiuntive, per finanziare un’inevitabile trasformazione digitale hanno dovuto fare scelte lucide ma amare. Confidiamo nell’azionista e nel lavoro di questa consiliatura perché questo non sia necessario per la Rai”.

Nomine nei tg tutte al maschile: grave strappo a policy su parità genere

Le recenti nomine “tutte al maschile” nei Tg Rai costituiscono un “strappo grave” alla policy aziendale sulla parità di genere. “Rispetto alla parità di genere, altra priorità emersa, si è avviato da tempo un percorso concreto: la parità di genere è uno dei pilastri su cui si fonda una società democratica e sostenibile, e un traguardo non ancora raggiunto nel nostro Paese: lo evidenziano i dati e lo grida il caso recentissimo e atroce di Giulia Tramontano, 39esimo femminicidio del 2023. A Novembre 2021 abbiamo istituito un Comitato inter-direzionale Gender equality, che ha definito una strategia articolata su tre fronti: interno azienda (off screen), prodotto (on screen), territorio”, ha ricordato Soldi.

“Per quanto riguarda l’interno azienda, abbiamo ottenuto una significativa riduzione del gender gap, sia in termini di carriere sia di retribuzioni tra il 2021 e il 2022. Uno sforzo che purtroppo non è stato fatto nell’occasione delle ultime nomine, in particolare per le direzioni delle testate giornalistiche, tutte al maschile: uno strappo grave alle policy di genere aziendali, ratificate proprio dal CdA un anno fa”, ha sottolineato la presidente.

Rinnovare attenzione all’informazione

“La qualità dell’informazione è il tema prioritario di sostenibilità secondo i nostri stakeholder. Ritengo che proprio in risposta a questa chiara indicazione, ma anche in considerazione del dettato della Convenzione in vigore e delle Linee guida del prossimo Contratto di Servizio, sia necessaria per Rai una rinnovata attenzione alla qualità dei propri prodotti informativi, in un’ottica di trasparenza e responsabilità, in linea con i servizi pubblici europei, e tenendo conto del mutamento di abitudini e bisogni informativi degli utenti, del dilagare di disinformazione e fake news, e delle potenziali evoluzioni normative dello European Media Freedom Act”, ha detto poi Soldi.

“Il tema della qualità dell’informazione – ha aggiunto – deve responsabilmente essere preso in carico a tutti i livelli aziendali, a partire dallo stesso CdA, con il supporto anche degli strumenti di monitoraggio già previsti, dal Qualitel ai report dell’Osservatorio di Pavia”.

Ttrasformazione digitale inevitabile, giovani al centro

Tra i temi che la presidente Soldi ha affrontato anche quello della trasformazione digitale della Rai e della necessità di guardare al pubblico più giovane, menttendolo al centro. “Sono profondamente convinta, come presidente della Rai e personalmente, che il nostro bene futuro come azienda e come Paese, dipenda dalla nostra capacità di mettere i giovani al centro di strategie e iniziative, dialogando con loro, aiutandoli ad essere protagonisti del cambiamento”, ha detto.

“Il Gruppo di lavoro Giovani inter-direzionale aziendale è stato creato per questo, di nuovo partendo dai dati”, ha aggiunto. “Ha tracciato una strategia On screen/prodotto e Off screen/interno azienda per impostare prodotti e azioni mirate: sarà cura del nuovo vertice rendere operative queste proposte”.

“Adeguare la nostra organizzazione ai tempi e alle modalità di fruizione dell’era digitale significa rispondere meglio ai bisogni dei cittadini, senza lasciarne fuori nessuno. La Rai, per essere centrale nella vita degli italiani, deve attuare la radicale trasformazione in media company digitale”, ha concluso.