Presi da paura e senso d’abbandono, senza idee di futuro, frange di ragazzi lasciano andarea rabbia e odio. In una sorta di nuova ‘Arancia meccanica’
CONVERGENZA – Prima Comunicazione, Aprile 2023
I dati presentati nel grafico qui sopra, insieme a molti altri, definiscono bene il malessere attuale dei giovani. Paura, solitudine, senso d’abbandono nella mancanza di prospettive e idee di futuro: la vita senza un senso, che per molti significa autodistruzione. Ma insieme a questa deriva che ruota intorno al sé, al proprio io isolato, si accompagnano forme di malessere rivolte verso l’esterno: una sorta di rifiuto che diviene spesso rabbia e odio. Il mondo esterno, la cosiddetta società che dà niente o poco, che controlla e lascia soli, che esprime privilegi per pochi e non per i giovani, diventa nelle sue articolazioni il nemico, il sistema delle ostilità. L’autodistruzione esce da se stessi e nella rabbia si rivolge verso l’esterno.
Le espressioni della rabbia si radicano soprattutto in forme nichiliste, senza movente specifico, con violenze casuali verso altri. Si formano vittime che sono soprattutto i minori e si verificano spesso (poco raccontati) violenze e stupri. Siamo dalle parti di una nuova ‘Arancia meccanica’ con aggregazioni improvvisate od organizzate tipo bande con un grande contesto protagonista che sono le città, i quartieri e non solo quelli periferici. È nelle città, nei luoghi della mobilità, treni, metropolitane, autobus dove la pressione energetica degli affollamenti crea la miccia della provocazione e della violenza.
La violenza metropolitana si fluidifica e non è difficile immaginarne l’esportazione nei luoghi di vacanza o di viaggio.
Ci sono poi forme di violenza/rabbia incanalate con matrici ‘storiche’ che tendono a radicalizzarsi: fra le più esplicite quelli degli ultras, i tifosi di calcio che, dopo la sospensione dovuta al Covid, vedono partecipazioni sempre più larghe e violente negli stadi e nelle ‘trasferte territoriali’. E poi ci sono le nuove canalizzazioni ideologiche e politiche in cui vengono recuperati e radicalizzati i vecchi stilemi del conflitto sociale. In un contesto di politica debole, di crescita della destra e del razzismo in tutta Europa, la rabbia assume vecchie e nuove forme di espressione e di lotta con manifestazioni sempre più forti di antagonismo verso diseguaglianze e privilegi. Siamo dalle parti di una possibile rinascita di ‘soggetti estremisti’, qualcosa di molto simile a quella fase della nostra storia recente che aveva poi veicolato il crearsi delle derive militari e terroristiche. Il quadro non è chiaro ed è in via di evoluzione nei frammenti molteplici del mondo giovanile. Un quadro preoccupante in cui componenti psicologiche e ideologiche cominciano a saldarsi, fra nichilismo e rabbia, con l’ombra esistenziale del ‘non futuro’, di cui i giovani sono consapevoli: quella della guerra.