Tv locali, Urso: comparto strategico. Il settore chiede le trasmissioni T2/HEVC

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Al RadioTv Forum 2023 , Aeranti-Corallo mette in luce i problemi del settore. Presenti al confronto anche il ministro Mimit e il commissario Agcom, Antonello Giacomelli

Si è svolto ieri a Roma, nella sede di Confcommercio nel cuore di Trastevere, RadioTv Forum 2023 di Aeranti-Corallo, tradizionale appuntamento che riunisce ogni anno per una giornata di discussioni di panel e colloqui a tu per tu una bella rappresentanza della emittenza locale con ministri e istituzioni competenti, tecnici, dirigenti ed esperti, oltre che il presidente Marco Rossignoli e Luigi Bardelli dell’esecutivo Aeranti-Corallo.
Dopo gli anni della pandemia Radio Tv Forum è tornato finalmente in presenza.

I problemi del settore

Ad aprire i lavori il panel istituzionale cui hanno preso parte il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il commissario Agcom Antonello Gacomelli, Donato Marra, presidente del Coordinamento nazionale dei Co.Re.Com e la segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante.

A squadernare i problemi di più stringente attualità della piccola emittenza è stato Rossignoli, che ha chiesto di accelerare il passaggio alle trasmissioni televisive in tecnologia digitale DVB-T2/HEVC, tema principale nell’agenda delle locali che stanno affrontando una fase complicata e insidiosa legata allo switch off di seconda generazione  avvenuto tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Necessario per liberare la banda 700 occupata dalle televisioni per darla alle telecomunicazione per lo sviluppo del 5G come imposto dall’Europa.  

Rossignoli: fissare data di passaggio

“Tale switch off è stato attuato sul presupposto dell’adozione del nuovo piano delle frequenze tv emanato da Agcom con delibera n.396/19/Cons, basato sulla tecnologia T2”, ha ricordato Rossignoli spiegando che “l’uso di questa tecnologia con le codifiche più avanzate, come la codifica HEVC, consentirebbe alle tv Locali di trasmettere programmi con buona qualità tecnica e quindi anche in Hd”.

Marco Rossignoli

Invece è successo che si continua a trasmettere nella originaria tecnologia DVB-T, utilizzando la compressione MPEG-4 in luogo della originaria MEPG-2. “Con il risultato che le tv nazionali che dispongono di maggiore quantità di capacità trasmissiva rispetto alla emittenza locale trasmettono comunque con livelli di qualità tecnica accettabili”, ha denunciato Rossignoli. “Ma questo non permette alle tv locali una diffusione del segnale idonea per trasmissioni in alta definizione e in alcune regioni  neppure una diffusione  con una buona qualità del segnale in definizione standard”.

Insomma, in un mondo in cui la tecnologia e la qualità delle trasmissioni sono standard acquisiti dagli telespettatori ormai abituati all’offerta delle piattaforme streaming, è evidente cosa rischiano le piccole tv. Per questo Rossignoli ha messo al centro dei lavori la richiesta che “venga fissata al più presto e, comunque entro quest’anno, la data per il passaggio dell’intero sistema televisivo  e quindi di tutte le tv nazionali e locali alle trasmissioni T2/HEVC.”

Urso: comparto strategico

Molto atteso l’intervento del ministro Adolfo Urso che ha avuto parole affettuose nei  confronti dell’emittenza locale. “Un settore unico – sono state le parole del ministro – dotato di una forte presenza sul territorio che deriva anche dalla tipologia sociale storica e culturale del nostro Paese, con migliaia di comunità locali che con la loro peculiarità  compongono  poi la nazione italiana”, ha sottolineato il ministro che ha riconosciuto “come l’emittenza locale è un comparto strategico per l’Italia che ha un tessuto sociale  e produttivo, fatto di piccole e medie imprese che sono l’orgoglio del nostro Made in Italy, e che nel corso di qualche decennio ha saputo accompagnarei cambiamenti del Paese, mentre sono avvenute grandi trasformazioni e processi di ammodernamento che hanno richiesto impegno, investimenti, capacità di coordinamento e un  reciproco ascolto tra istituzioni, governi, ministero e i vostri associati”.   

Ricordando che appena insediatosi ha voluto  convocare  tavoli dedicati ai diversi problemi del settore radiotelevisivo, Urso ha annunciato che nei “prossimi giorni” sarà convocato un secondo giro di tavoli relativi a tutta la filiera del settore della comunicazione, sottolineando che “nelle trasformazioni che attraversano il settore la tematica ricorrente è quella connessa alla trasformazione digitale”.

Per questo il mondo locale auspica vivamente che il ministro del Mimit annunci in questi nuovi tavoli la data del passaggio definitivo al T2 per tutto il comparto televisivo.

Luigi Bardelli

Giacomelli e il valore del canone anche per le tv locali

Nel suo intervento il commissario Agcom   Antonello Giacomelli, che ha avuto grande parte nella trasformazioni del mondo dell’emittenza locale soprattutto da viceministro alle Comunicazioni del governo Renzi, ha portato il saluto del presidente Giacomo Lasorella e di tutta Agcom all’Aeranti. Poi ha affermato: “i tempi per l’avvento del T2 sono incalzanti. Per questo ho ascoltato con piacere le parole del ministro e auspico che  si superi questa fase di stallo per approdare al T2”.

“Così come l’avvento del Dab è nelle cose – ha proseguito Giacomelli, “e a questo proposito ho ascoltato Roberto Sergio, il nuovo ad della Rai, dire parole impegnative sul ruolo che il servizio pubblico intende svolgere in collaborazione con le istituzionie le emittenti private”.

Ma il punto principale dell’intervento di Giacomelli  è stata la  riflessione sul canone che è l’ossigeno che fa vivere il servizio pubblico e che riguarda anche l’emittenza locale.  “Si era ritenuto che l’attività svolta da tante emittenti sul territorio nazionale dovesse trovare un riconoscimento certo e con la riforma del canone in bolletta la questione di un ancoraggio che desse certezza al settore era stata fino ad oggi trovata”. “Oggettivamente, quella modalità ha consentito di recuperare l’evasione e dare certezza di risorse alla Rai, farpagare meno chi aveva sempre pagato, e trovare   nella quota per il fondo per il pluralismo una certezza di finanziamento per l’emittenza locale”.
“Non invidio chi deve trovare un metodo  alternativo al canone in bolletta. Ricordo il lungo lavoro dei governi di un colore e un altro per individuare quella modalità”. 

“Questo non è nelle competenze di Agcom. A noi compete ricordare che il Regolamento europeo, l’ European Media Freedom Act che disciplinerà d’ora in poi il settore stabilisce che occorrono risorse finanziarie certe stabili e tali da salvaguardare l’indipendenza editoriale del servizio pubblico e su questo per la parte che ci compete noi di Agcom   vigileremo”.

“A titolo personale invece devo ammettere che sono sorpreso del fatto che per i tempi che viviamo e quello che accade intorno a noi la prima preoccupazione dell’Europa sia quella di togliere il canone della Rai dalla bolletta. Su questo punto non c’è commento da fare se non auspicare che le prossime modalità che governo e parlamento individueranno, abbiano  la stessa  capacità di produrre certezza di risorse, di evitare l’evasione e completare il quadro del servizio pubblico aggiungendo il riconoscimento della funzione di pubblico interesse che svolge l’emittenza locale”.

Per quanto riguarda il ruolo di Agcom Giacomelli ha assicurato “una  collaborazione istituzionale piena alla  linea  del Ministro  e all’Associazione e alle realtà del settore piena disponibilità al confronto sia sulle questioni della prominence  che avranno un ruolo decisivo per la tutela degli interessi delle emittenti italiana e sia per tutto quel che riguarda tutte le materie di competenza di Agcom”.