AI, editori e Big tech in trattativa per il pagamento dei contenuti

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Secondo il FT, OpenAi e altre realtà impegnate nell’addestramento della nuova tecnolgia stanno trattando con alcuni gruppi media per affrontare i tema del copyright

Il tema del rispetto del copyright entra nei piani di sviluppo dell’intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato qualche giorno fa dal Financial Times ci sarebbero delle trattative in corso tra le Big tech più attive sullo sviiluppo della nuova tecnologia e alcuni gruppi media di peso internazionale.

Il confronto

A confronto, spiega il quotidiano ci sono OpenAi, Google, Microsoft e Adobe ed editori come News Corp, Axel Springer, New York Times e The Guardian. Tema centrale: sciogliere i nodi legati all’utilizzo dei dati per allenare l’AI, ripresi da diverse fonti. Giornali e siti di news compresi che però, diversamente da quanto accade per le normali ricerche sul web, non vengono segnalati.
Tra le ipotesi sul tavolo anche quella del pagamento di un abbonamento annuale agli editori per consentire l’uso dei contenuti nell’addestramento, con una cifra tra i 5 e 20 milioni di dollari.

Evitare gli errori passati

L’obiettivo dei gruppi media, scrive il quotidiano, è quello di evitare di compiere lo stesso errore fatto all’alba dell’era di internet, quando avevano offerto articoli e contenuti gratuitamente, in assenza di un chiaro modello di businesse per il web. Con il risultato di aiutare Google e Facebook a costruire un impero, senza trarne benefici economici.
Il precedente spinge all’ottimismo alcuni manager, come Mathias Doepfner, ceo di Axel Springer. Essere consapevoli di quanto accuduto prima, e le pressioni dei regolatori – nell’ultimo periodo molto attenti in diverse parti del mondo a mettere paletti alle Big Tech – potrebbero dare una concreta spinta al raggiungimento di un accordo.

Ma non tuttila pensano così. Anzi, un manager rimasto anonimo, ha guardato con preoccupazione alle modalità con cui l’Ai è stata sviluppata: “nella totale segretezza”, “senza trasparenza o una consultazione preventiva.
Il lavoro di definizione degli accordi ora è sviluppato “retroattivamente”, rendendo tutto più difficile.