Daniela Santanchè (Foto LaPresse)

Santanchè agita le croci in vetta per distogliere l’attenzione dallo scandalo Ki Group

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Si presenti in Aula o si dimetta chiedono i parlamentari di ogni schieramento

Sono le due e 25 di domenica 25 giugno quando arriva alle agenzie un comunicato della Ministra del Turismo Daniela Santanchè che dice: “Resto basita dalla decisione del Cai di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al Ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l’identità del territorio, il suo rispetto. Un territorio si tutela fin dalle sue identità e le identità delle nostre comunità è fatta di simboli che custodiscono nel tempo la storia e valori. Invito il presidente del Cai a rivedere la sua decisione”.

A stretto giro ecco la dichiarazione del presidente generale del Club alpino italiano, Antonio Montani: ”Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede, tantomeno prendendone una posizione ufficiale. Quanto pubblicato sui giornali – chiarisce – è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro. Personalmente, come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginare la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce. Voglio scusarmi personalmente con il ministro” del Turismo, Daniela Santanchè, “per l’equivoco generato dagli articoli apparsi sulla stampa e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto”.
Insomma una barzelletta. Il tutto mentre la Premier Meloni vive un week end di passione per le tensioni sul Mes e l’improvvisa crisi interna russa, con i ministri degli Esteri e della Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto, e i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e Giovambattista Fazzolari, riuniti per analizzare lo scenario in contatto con gli alleati della Nato e dell’Ue.

Come sanno gli esperti di comunicazione di crisi la storia delle croci in vetta non è altro che il tentativo di Santanchè di spostare l’attenzione su un tema patriottico senza senso per distoglierla dalle terribili notizie rivelate dall’inchiesta di Report firmata da Giorgio Mottola, trasmessa da Rai3 il 19 giugno, che ha scatenato un putiferio politico e che vedrà Santanchè di riferire in Aula.

Report racconta di testimonianze di alcuni dipendenti rimasti senza stipendi, senza tfr. “Si tratta di fatti documentati, riscontrati e oggetto di indagine della magistratura – scrive su Facebook Sigfrido Ranucci responsabile del programma che precisa che “per il mancato pagamento del tfr ai dipendenti della Ki Group è in corso un procedimento davanti al Tribunale fallimentare di Milano. Un altro procedimento riguarda la dipendente di Visibilia costretta a lavorare nel periodo di cassa integrazione a zero ore in carico allo Stato, ed è in corso preso il Tribunale di Roma. La stessa dipendente è stata audita dalla Consob. Un ulteriore procedimento penale su Visibilia è in corso invece presso la Procura di Milano. Su questi aspetti è stata inviata una richiesta ufficiale di intervista alla ministra, alla quale non abbiamo ricevuto risposta. Un’altra richiesta è stata inviata agli attuali amministratori di Ki Group, completa di un elenco specifico e dettagliato di domande senza alcuna risposta”. Tra le notizie rivelate da Report ci sono pagamenti milionari da Ki Group a Santanche e al suo socio.

Di fronte a questa mitragliata di notizie scandalose insorgono gli stessi parlamentari del centro destra che ben capiscono l’alto tasso di pericolosità di questa vicenda.

Il primo a parlare in modo diretto è Riccardo Molinari, capogruppo della Lega che in tv, di buon mattino, chiede che Santanché venga in Parlamento a chiarire la sua vicenda: “I processi non si fanno in televisione – puntualizza – aspettiamo che venga in Aula a spiegare”. Parole a cui fa eco, qualche ora dopo il vice presidente della Camera ed esponente di Forza Italia, Giorgio Mulè: “E’ giusto che spieghi i contorni della vicenda affinché non ci siano dubbi, è giusto che la chiarisca, in Parlamento o in tv, contribuendo ad eliminare qualunque possibile velo di incertezza”. Una presa di posizione, quella di Lega e di una parte degli azzurri, in linea con quanto chiedono tutte le opposizioni. Da Avs, (che lancia anche una petizione per le dimissioni della ministra), fino al Pd ed Azione, passando per il Movimento Cinque Stelle, la richiesta è sempre la stessa: si presenti in Aula, oppure si dimetta. “Non possiamo permettere che le nostre più alte cariche istituzionali si sottraggano al principio di ‘responsabilità politica’ che impone di fornire i necessari chiarimenti rispetto a condotte censurabili”, attacca il leader M5s Giuseppe Conte. Rincara la dose Sandro Ruotolo della segreteria del Pd “di certo i processi si celebrano nelle aule dei tribunali e le inchieste di approfondimento giornalistico servono a smascherare le malefatte del potere. La ministra Santanché vada in Parlamento – ribadisce l’esponente dem – a chiarire la sua condotta da imprenditrice e a dimettersi da ministro”. Parla di “questione etica dei comportamenti” il leader di Azione Carlo Calenda: “Se tu non sai dare spiegazioni sull’uso fraudolento della cassa integrazione o il non pagamento del tfr e devi rappresentare l’Italia del turismo nel mondo, allora ti devi dimettere”.

Dopo quattro giorni dalla messa in onda dell’inchiesta di Report la ministra Santanchè decide di smentire i fatti denunciati, senza però entrare nei particolari. E annuncia querela.
Adesso si attende la sua informativa urgente alle Camere e sarà interessante vedere come se la caverà a spiegare ai suoi colleghi parlamentari e all’opinione pubblica l’incredibile serie di malefatte come imprenditrice di visibilia e di Ki Group, di cui da poco ha passato il testimone al figlio Lorenzo.