Intervento da Palermo per il presidente della Repubblia. Nel suo discorso anche l’invito per i paesi emergenti a guidare la transizione verde, la necessità di una diplomazia della crescita e il ruolo dell’Italia nel 2024 come presidente del G7
Sostenibilità e innovazione sono”questioni rilevanta”, che “interpellano i governi”. E’ uno dei passaggi del discorso che Sergio Mattarella ha tenuto a Palermo, partecipando al XVI Symposio Cotec Europa.
‘Innovazione nella finanza sostenibile’ il titolo dell’incontro, che tra i presenti, ha registrato anche la partecipazione del re di Spagna Felipe VI e il presidente del Portogallo Marcelo Rebelo De Sousa.

“Sostenibilità, finanza e innovazione sono le tre parole chiave di questo appuntamento; questioni che trovano largo spazio nell’agenda internazionale e interpellano i governi”, ha detto il presidente della Repubblica, sottolineando come il tema dell’edizione chieda di “riflettere sul potere trasformativo dell’innovazione in tutti i settori, anche in quello della finanza, e sul ruolo di quest’ultima nel mobilitare risorse per obiettivi di inclusione e crescita”.
“Basti pensare, ha aggiunto, alle trasformazioni gemelle, digitale e verde, citate poco fa e al significato che esse assumono per una gestione responsabile dell’avvenire del pianeta e un modello di sviluppo equo”.
“Una governance adeguata è, naturalmente, strumento chiave per vincere le sfide globali con cui ci confrontiamo, per mete collettive di progresso”, ha continuato. “Si tratti dell’ambiente, della salute, dell’istruzione, della lotta alla povertà, della tutela dei diritti fondamentali, il combinato di tali sfide appare immane e certamente tale da necessitare non solo la mobilitazione di risorse di matrice pubblica ma anche il coinvolgimento della società civile e degli attori che in essa agiscono”.
Mattarella: cambiamento climatico sotto gli occhi di tutti
“Sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze del cambiamento climatico nella vita delle popolazioni, sempre più frequenti e pervasive soprattutto nelle aree più fragili del mondo. Vale per le isole a rischio di sommersione nel Pacifico così come per la desertificazione in atto in tante aree”, ha detto in un altro passaggio del suo intervento.
“La pressante esigenza di fornire risposte attendibili e durature si aggiunge alla necessità di porre riparo a disuguaglianze che accrescono, in molteplici aree del globo, le situazioni di disperazione e di abbandono. Se la crescita dell’economia globale negli ultimi decenni ha riversato qualche stilla di risorse verso le aree meno fortunate, pandemia e rinnovate tensioni internazionali, a partire dalla guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l’indipendenza dell’Ucraina, hanno provocato un rallentamento delle economie, con una contrazione delle capacità di spesa in tutti i Paesi e soprattutto in quelli a più basso reddito”.
Il ruolo dei paesi emergenti
Mattarella ha ribadito come ormai non si può più agire facendosi “guidare soltanto dalle emergenze”. L’impegno nella realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite richiama a un’azione ad ampio raggio, in grado di coinvolgere più attori possibili”.
“L’impegno è quello della transizione verso un nuovo assetto, verso una crescita sostenibile, a confronto con la trasformazione climatica e con la sostenibilità sociale. Una transizione che riguarda anche i Paesi emergenti e quelli in via di sviluppo”.
“Appare del tutto incongruo, infatti, che questi Paesi accettino di pagare il prezzo ambientale e sociale che ha pesato sui Paesi di più remota industrializzazione nel loro percorso di crescita, invece di inserirsi nel gruppo di testa che guida il cambiamento, evitando quei costi ambientali e sociali”.

Serve diplomazia della crescita sostenibile
“Occorre proseguire una riflessione condivisa sulle innovazioni che effettivamente possano sostenere un’agenda di accelerazione verso gli obiettivi delineati in sede Onu”, ha aggiunto poi, richiamando Italia, Spagna, Portogallo e con l’Unione Europea al “ruolo importante” che posso assolvere.
Anzitutto quella di favorire il consolidamento e l’integrazione delle finanze pubbliche dei Paesi emergenti, anche per aumentare la loro capacità di attrarre finanziamenti internazionali destinati all’ammodernamento sostenibile. In secondo luogo, cogliere l’opportunità di finanziare la formazione, la ricerca e l’applicazione di nuove tecnologie nei Paesi partner incoraggiando l’innovazione e sostenendo l’imprenditorialità
“È – ha aggiunto – la diplomazia della crescita, della crescita sostenibile, che identifica anzitutto nel capitale umano la forza trainante di un futuro fatto di sostenibilità, innovazione e inclusività. La circolazione del sapere costituisce il principale volano per lo sviluppo economico e il rafforzamento istituzionale. Investire in formazione, in ricerca, significa, dunque, creare le premesse per la crescita materiale e umana”.
Il ruolo italiano nel 2024
Infine un richiamo diretto al ruolo del nostro paese che nel 2024 sarà presidente al G7. “La Repubblica Italiana è chiamata a fare la sua parte, in occasione degli appuntamenti multilaterali dei prossimi mesi. Nel 2024, con la presidenza del G7, l’Italia avrà inoltre la possibilità di orientare l’agenda dei lavori verso un coordinamento con i Paesi partner con uno sguardo di lungo periodo”.
“Sicurezza alimentare, clima, energia e investimenti in infrastrutture sostenibili saranno aree di interesse, con particolare riferimento al continente africano. È in gioco la prosperità dell’intero pianeta”, ha concluso.