Meeting, il Papa: comunicazione globale rende ostile il diverso. Basta inimicizie

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In vista della manifestazione a Rimini, l’invito di Francesco a “promuovere la cultura dell’incontro”

La “guerra e le divisioni seminano nei cuori rancori e paure, e l’altro diverso da me è percepito spesso come un rivale. La comunicazione globale e pervasiva fa sì che questo atteggiamento diffuso diventi una mentalità, che le differenze appaiano sintomi di ostilità e si verifichi una sorta di epidemia di inimicizia”.
E’ il messaggio che Papa Francesco – a firma del segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin – ha rivolto agli organizzatori, in vista dell’avvio del Meeting per l’amicizia tra i popoli, in programma a Rimini dal 20 al 25 agosto 2023.

‘L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile’, il titolo della manifestazione, giunta alla 44esima edizione. Titolo che il pontefice ha definito “audace, perché va nettamente controtendenza, in un tempo segnato da individualismo e indifferenza, che generano solitudine e tante forme di scarto”.

L’invito all’amicizia e al dialogo

“È una situazione dalla quale è impossibile uscire con le proprie forze. Da sempre l’umanità ne ha fatto esperienza: nessuno si può salvare da solo. Per questo, in un momento preciso della storia, Dio ha preso l’iniziativa: ‘Ci manda il suo Figlio, lo dona, lo consegna, lo condivide; affinché impariamo il cammino della fraternità, il cammino del dono’”. Ricordando poi che “la legge dell’amicizia è stata fissata da Gesù”, il Papa ha sottolineato che è “una strada che tutti possono percorrere e la Chiesa non si stanca di incoraggiare a percorrerla, praticando quasi con ostinazione questa suprema virtù umana e cristiana”.

Da qui l’auspicio che il Meeting possa continuare a “promuovere la cultura dell’incontro, aperto a tutti, nessuno escluso, perché in chiunque c’è un riflesso del Padre che ‘dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa’”. E in generale, la richiesta ai cristiani e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà “di non rimanere sordi davanti al grido che sale a Dio da questo nostro mondo. Non bastano i discorsi, occorrono piuttosto ‘gesti concreti’ e ‘scelte condivise’ che costruiscano una cultura di pace lì dove ciascuno di noi si trova a vivere”.