“Entra l’intelligenza artificiale nell’orizzonte di quelle ‘costituzioni del lavoro’? Si può pretendere che l’Ia sia al cuore della democrazia? Il robot, che solleva oggetti nei grandi padiglioni delle imprese dedicate alla consegna di merce a domicilio, aiuta gli esseri umani?”. Sono alcuni dei quesiti che Silvana Sciarra, presidente Corte Costituzionale, ha posto nel suo intervento al Meeting di Rimini, durante l’incontro dal titolo ‘Il lavoro al centro della democrazia”.
“Questo ‘taylorismo digitale’, l’espressione appare nella letteratura che si occupa di questi temi, non è privo delle insidie che nascondeva l’organizzazione scientifica del lavoro della prima maniera: ripetitività delle mansioni, ritmi serrati nell’organizzazione dei turni, scarsa interazione con i compagni di lavoro”, ha rilavato Sciarra in un passaggio sintetizzato da Ansa.
Il caso del lavoro subordinato digitale
Sciarra ha dedicato anche un passaggio a quelle professioni che, come nel caso dei riders, coinvolgono piaffaforme digitali. “Tutto questo, ha rilevato, porta a riflettere non solo sulle occasioni di progressiva estensione delle tutele, ma anche sull’opportunità che emerga una nuova normalità della subordinazione digitale, improntata a una flessibilità controllata, corredata di strumenti per l’inclusione e per la formazione professionale continua, ispirata al rispetto dei principi di libertà ed eguaglianza e soprattutto capace di combattere ogni forma di discriminazione, nascosta dietro la solo apparente neutralità degli algoritmi”. Così la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra, al Meeting di Rimini.