“Rai non ha più rappresentanti in cda e nel comitato tecnico di Ter. Non partecipa più alle sedute del cda e alle assemblee. Intende uscire dalla compagine societaria e non iscriverà le sue emittenti radiofoniche per il 2024. Stesso discorso per Player editori radio”.
Lo precisa Viale Mazzini in riferimento a quanto riportato da alcuni organi di stampa su una possibile conciliazione tra la Rai e Ter (Tavolo editori radio). “Ogni ostacolo posto in essere dalla presidenza Ter verso Rai – prosegue la nota – alimenta sempre più l’impossibilità di un dialogo sul tema della rilevazioni d’ascolto della radiofonia. Nessuna riconciliazione attraverso Ter sarà possibile.”
I MOTIVI DELL’ABBANDONO RAI
La rottura tra Rai e Ter è iniziata anni fa ed è precipitata negli ultimi mesi.
A giugno – in continuità con la posizione di Roberto Sergio, passato nel frattempo alla guida del gruppo – Flavio Mucciante, vicedirettore vicario di Radio Rai, ha ufficializzato l’uscita dalla società di rilevazione contestandone metodologia (interviste telefoniche), tempi di diffusione dei dati, risultati dell’elaborazione dei dati e governance.
Oltre a un aggiornamento della metodologia di rilevazione, è necessario – secondo Rai – adottare un modello Jic – Joint Industry Committees che comprenda anche i rappresentanti del mercato e della pubblicità, abbandonando l’attuale modello Moc – Media Owner Committees, dove sono rappresentate solo radio e associazioni di radio iscritte.
E TER?
In questi mesi la società Tavolo Editori Radiofonici presieduta da Federico Silvestri non si è mai espressa in attesa che il Tribunale a cui si è rivolta Rai con la diffida a pubblicare gli ultimi dati di ascolto.