Le periferie (non solo geografiche) nel numero di settembre di ‘Donne Chiesa Mondo’

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‘Viaggio alla fine del mondo’. E’ il titolo del numero di settembre di ‘Donne Chiesa Mondo‘.
Dopo la parentesi estiva, il mensile dell’Osservatore Romano coordinato da Rita Pinci, ha scelto di affrontare il tema delle periferie, intesa non solo come lontanza geografica da un centro, ma declinandola anche dal punto di vista “esistenziale, spirituale, religiosa e di genere”.

Spunto per la riflessione, le parole con cui Francesco ha salutato i fedeli di Piazza San Pietro dopo la sua elezione a pontefice (“Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del
mondo… ma siamo qui”, aveva detto), per marcare come ci sia stata un’inversione di tendenza.
Non è più il la Chiesa dal centro a fare da propulsore della fede, ma la periferia, con un nuovo slancio. “Immigrati, donne e uomini che partono dai loro paesi alla periferia del mondo chiedono una esistenza migliore, ma hanno anche da offrire la loro esperienza di vita e di fede, una forza innovatrice”, spiega Ritanna Armeni nell’editoriale. “Non intrusi da respingere e neppure solo forza lavoro a buon mercato. Ma portatori della vitalità di una fede che nei nostri Paesi è sbiadita, di nuove soluzioni di convivenza”.

E lo stesso accade anche per il ruolo della donna. Da sempre attiva nella Chiesa, solo negli ultimi tempi sta ottenendo spazio per partecipare alle decisioni. Come dimostrato anche dalla loro recente ammissione al sinodo.
“Sono le donne da sempre “dentro” la Chiesa e da sempre tenute ai margini, le cui capacità sono state
usate ma raramente riconosciute, ad indicare la strada per uscire dall’immobilismo e da una ritualità maschile ormai apertamente insufficienti”, si legge nel testo. “Sono le donne che possono far diventare feconda la contraddizione centro- periferia, possono illuminarla prepotentemente con la luce del Vangelo
che è la parola di un Dio fatto uomo, uomo di frontiera che ha dato voce a chi sta ai margini”.