L’impegno di Cupertino sulla nuova tecnologia è sempre più consistente. Ma dalla Cina incombono nubi
Apple si sta attrezzando sempre di più per dire la sua nel campo dell’intelligenza artificiale. Secondo un nuovo rapporto di The Information, Cupertino avrebbe aumentato significativamente la spesa in progetti che impiegano la nuova tecnologia, per integrarli nei suoi device.
Secondo il portale specializzato, parte dell’iniziativa mira a rendere più utile Siri, addestrandola a svolgere anche operazioni più complesse, muovendosi tra i menu dei diversi prodotti.
Il team
Da almeno quattro anni, il colosso di Cupertino dedica un gruppo di lavoro all’intelligenza artificiale, sotto la guida di John Giannandrea, ex manager di Google.
Il team ‘Foundational Models’ di Apple che lavora sull’intelligenza artificiale conversazionale comprende circa 16 persone.
Secondo le indiscrezioni, se gli sforzi di Apple dovessero andare nella giusta direzione, si potrebbe avere una prima versione di Siri “conversazionale” entro il prossimo anno, ossia al rilascio di iOS 18, il sistema operativo degli iPhone.
Guai cinesi
La notizia dell’impegno sempre più costoso sull’AI arriva mentre sale l’attesa per la presentazione dell’iPhone 15, sulla quale però incombono nubi minacciose dalla Cina.
Da qualche giorno infatti, il governo di Pechino ha messo al bando per i suoi funzionari l’uso dell’iPhone.
Uno stop che nell’immediato ha fatto bruciare oltre 200 miliardi in Borsa a Cupertino, ma che alla lunga rischia di incidere massicciamente sulle vendite del device.
Secondo Bank of America, Apple infatti realizza in Cina la vendita di almeno 50 milioni di iPhone all’anno e un eventuale divieto per i dipendenti pubblici di tradurrebbe nella perdita di 5-10 milioni di vendite.