I dubbi del settore sulla figura istituita nel decreto di luglio sulle agenzie di stampa
Tra le disposizioni introdotte dal decreto di riforma dei criteri di acquisizione dei servizi d’informazione da parte della PA, l’introduzione della figura del garante contro le fake news nelle agenzie di stampa ha generato un certo malcontento nel settore.
L’Ordine dei giornalisti ha chiesto più volte al Governo di ritirare la norma. Da ultimo, il 20 settembre, il Consiglio Nazionale ha votato all’unanimità un ordine del giorno a riguardo, chiedendo un incontro urgente al sottosegretario all’editoria Alberto Barachini.
La disposizione viene infatti ritenuta “fortemente lesiva della libertà di informazione e delle prerogative deontologiche del giornalista a cui spetta, ha scritto il Cnog, come prescrive la legge, la verifica delle notizie e la garanzia della loro autenticità, in piena autonomia”.
La risposta di Barachini
A stretto giro è arrivata la risposta del sottosegretario Barachini, disponibile a un confronto sul tema. “Come abbiamo già chiarito in una circolare esplicativa diffusa dopo un’interlocuzione proficua con i rappresentanti sindacali dei giornalisti, ha aggiunto il sottosegretario nella nota che conferma l’incontro, si tratta di un presidio collaborativo rispetto agli organi di direzione dell’Agenzia, che mantengono impregiudicate le proprie competenze, funzioni e responsabilità, così come ogni giornalista conserva inalterati il proprio ruolo, i propri doveri deontologici e la propria responsabilità giuridica”.
“Una figura di supporto, priva evidentemente di poteri autorizzativi, che ci risulta diverse agenzie abbiano accolto positivamente, in vista della scadenza della domanda di iscrizione all’elenco e dell’avvio di una riforma lungamente attesa che tutelerà il lavoro giornalistico offrendo una certezza di risorse economiche per lo sviluppo delle realtà editoriali”.