Il monito dalla vicepresidente Ue, Jourova, a Musk: “staremo attenti a quello che sta facendo”
“X è la piattaforma con il maggior numero di post con informazione scorretta o disinformazione”. La critica, senza troppi mezzi termini, arriva dalla vicepresidente della Commissione europea Vera Jourova.
Il riferimento i dati contenuti nel rapporto sulle principali piattaforme online in merito agli impegni sul Codice di condotta contro la disinformazione.
“Gli attori della disinformazione hanno significativamente più follower rispetto a quanto tendano ad avere le loro controparti di non disinformazione”, ha rilevato ancora Jourova.
Ue: Musk deve rispettare norme
La vicepresidente – non senza rammarico – ha ricordato come X si sia chiamata fuori dal codice di condotta dell’Unione. Una condizioe che però non esonera dal rispetto delle regole.
“Musk sa che non è esonerato dagli obblighi abbandonando il codice di condotta” per le piattaforme online, ha aggiunto chiamando in causa il miliardario proprietario della piattaforma e le nuove norme che l’Ue ha stabilito per il mondo digitale.
Ora “abbiamo la legge sui servizi digitali pienamente in vigore. La applicheremo, abbiamo una nostra unità molto ben attrezzata che monitorerà e supervisionerà ciò che stanno facendo le piattaforme”.
Quindi “il mio messaggio per Twitter è che c’è sempre la dura legge della vita: staremo attenti a quello che stai facendo”.
Il ruolo della Russia
Nella sua presentazione Jourova ha parlato anche dell’ingerenza russa. “La propaganda e la disinformazione russa sono ancora molto presenti sulle piattaforme online”, ha rilevato. Indicando questo sistema come il modo in cui “combatte il Cremlino”.
“Abbiamo chiesto alle piattaforme di monitorare specificamente le informazioni sulla guerra russa in Ucraina”, ha detto, citando poi alcuni dati concreti.
Tra gennaio e aprile 2023, ha detto, “YouTube ha chiuso più di 400 canali coinvolti in operazioni coordinate di influenza legate alla rete Internet sponsorizzata dallo Stato russo. Il motore di ricerca Google ha rimosso la pubblicità da quasi 300 siti collegati a siti di propaganda finanziati dallo Stato”. “Meta ha riferito di aver ampliato i propri accordi di verifica dei fatti a 26 partner che coprono 22 lingue nell’Ue, che ora include anche il ceco e lo slovacco. Gli sforzi di verifica dei fatti di Tik Tok coprono il russo, l’ucraino, il bielorusso e 17 lingue europee”, ha proseguito la vicepresidente della Commissione europea. “In questo contesto sono stati verificati 832 video relativi alla guerra, di cui 211 rimossi. Microsoft sottolinea che la ricerca di Bing ha promosso informazioni o declassato informazioni discutibili in relazione a quasi 800.000 query di ricerca relative alla crisi. Sebbene sia positivo avere questa visione specifica di queste informazioni in tutto il mondo, mi aspetto che le piattaforme facciano maggiori sforzi con risultati migliori”, ha concluso.
L’impatto dell’AI
Valutazione positiva sui primi impegni che le piattaforme hanno preso per aiutare gli utenti a individuare i contenuti generati con l’intelligenza artificiale. “Sono lieta di vedere che le principali piattaforme hanno iniziato ad affrontare i rischi dell’intelligenza artificiale generativa iniziando a mettere in atto misure di salvaguardia per informare gli utenti sull’origine sintetica dei contenuti pubblicati online”, ha detto.
“I rischi sono particolarmente elevati nel contesto elettorale. Invito pertanto le piattaforme a essere vigili e a fornire garanzie efficaci nel contesto elettorale”, ha esortato.
Focus sull’Italia
Tra i dati contenuti nel report, Ansa ha messo in risalto alcuni numeri riferiti al nostro paese.
Nel primo semestre del 2023 Meta ha rimosso in Italia oltre 45mila contenuti da Facebook e 1.900 da Instagram per disinformazione “dannosa per la salute o di interferenza elettorale o sui censimenti”.
Il dato italiano è il più alto tra i Paesi Ue, e nel caso di Facebook pari a quasi un terzo dei 140mila totali e poco meno di un terzo per i 6.900 totali rimossi da Instagram.
Nello stesso periodo, TikTok ha rimosso in Italia oltre 1,3 milioni di profili falsi, seguiti da 6,9 milioni di utenti al momento della cancellazione. Nell’intera Ue i profili falsi rimossi sono stati nello stesso periodo pari a 5,88 milioni.
Per quanto riguarda Google, da gennaio a giugno, sono stati rifiutati 14.994 tentativi di pubblicare annunci elettorali in Italia da parte di inserzionisti non verificati.
Il numero più alto tra i 141.823 tentativi di pubblicità elettorale bloccata nell’Ue dal colosso online è stato registrato in Germania, con 56.011 inserzioni rifiutate, seguita dalla Polonia (23.008).
Nel documento emerge anche che tra gennaio e giugno 2023 Youtube ha rimosso in Italia 2.684 video per disinformazione, 100 dei quali con oltre 10mila visualizzazioni. Nell’intera Ue sono stati rimossi 16.419 video (517 oltre le 10mila visualizzazioni). In Germania il numero più alto di video rimossi nel periodo (2.708 video).