Il ceo di OpenAI, in collegamento con l’Italian Tech Week, invita il paese ad investire in cultura tecnologica
“Per sviluppare l’ecosistema tecnologico ci vuole cultura, non solo capitali”. A sostenerlo Sam Altman, ceo di OpenAI, all’Italian Tech Week.
Secondo il manager, a capo della startup creatrice di ChatGpt, anche l’Italia può raggiungere questo obiettivo, ma “deve sceglierlo culturalmente”. Perchè “il capitale va focalizzato”, ha spiegato in collegamento da San Francisco, portando l’esempio degli Stati Uniti, dove questo approccio si è creato nel tempo.
Risvolti economici e modalità di sviluppo
Secondo Altman è difficile quantificare l’impatto economico della nuova tecnologia. “Sarà sicuramente un cambiamento generale, uno dei boom economici più grossi, su questo sono positivo”, ha spiegato, ma “è difficile dire se il Pil raddoppierà o triplicherà con l’Intelligenza artificiale”.
Altman non si è molto sbilanciato su come la tecnologia si svilupperà nei prossimi dieci anni: “siamo empirici dell’Intelligenza artificiale e non teorici” ha detto, ma ha aggiunto che “andranno sviluppate capacità specifiche e non generali”.
Un errore “esagerare con le norme”
Nel corso dell’intervento inevitabile anche un accenno alle questioni normative e di regolamentazione che gravitano attorno allo sviluppo del’intelligenza artificiale.
“I modelli attuali di Chat Gpt non sono così pericolosi, sarebbe un peccato esagerare con le norme. Quello che succede è sorprendente e non dovrebbe essere bloccato”, ha spiegato.
“Ci sono tante cose meravigliose da esplorare. Si fanno cose sempre più sorprendenti con la tecnologia. Nel prossimo decennio molti ambiti saranno impattati e gli effetti saranno positivi. Per esempio l’istruzione: ci sarà la possibilità di imparare in modo più efficace, sarà uno strumento che lavora con gli insegnanti, ma anche la salute, le terapie. Ci può essere un miglioramento della produttività”, ha aggiunto.
Rischio disinformazione
Altman non ha negato comunque l’istenza di rischi. “Oggi riguardano soprattutto la disinformazione, anche se con i modelli del futuro bisognerà stare attenti ai cyber attacchi e alle armi biologiche”, ha rilevato.
Dal suo punto di vista nessun impatto negativo per i creativi, come i musicisti, che temono modelli che possano replicare il loro lavoro. “Le persone hanno delle ansie comprensibili rispetto alla tecnologia, ma dovrebbe ampliare le capacità creative degli artisti”, ha assicurato.
“Alcuni impatti saranno negativi, ma ci saranno anche possibilità nuove”, ha rilevato. “Il ruolo umano non deve sparire. Le aspettative salgono, quindi la qualità aumenta ancora di più, si possono aprire spazi nuovi in cui la gente può fare cose migliori. Naturalmente servirà creatività e genialità”, ha concluso.