Un saggio che spiega perché i giovani hanno difficoltà a entrare nel mercato del lavoro in Italia, chiamando in causa tutti gli attori coinvolti, dalle scuole alle imprese. E che fa proposte concrete per implementare soluzioni più efficaci. Valentina Magri spiega ai lettori di Primaonline il suo lavoro e i principali temi analizzati. Il libro ha vinto la prima edizione del Premio Letterario di Saggistica Economica e Sociale del Sole 24 Ore
“Il lavoro è fatica… oggi i giovani non vogliono proprio fare i lavori che facevamo noi”. L’ha detto l’attore Claudio Amendola qualche mese fa in occasione dell’apertura del suo ristorante a Roma. Le sue parole rappresentano uno dei tre filoni della narrativa italiana sulla disoccupazione giovanile: quello colpevolista. Vi sono poi quello drammatico, per cui si piange addosso ai giovani per le loro sventure lavorative e quello scarica-barile, per cui si attribuisce la colpa della loro condizione lavorativa a fattori esterni (crisi, tagli alla scuola, ecc.). Tuttavia, il dibattito sul tema dell’occupazione giovanile è spesso rassegnato al fatto che la situazione italiana sia immutabile.

Animati dallo spirito del “conoscere per deliberare” professato da Luigi Einaudi, nel saggio (scritto con il professor Francesco Pastore, purtroppo scomparso di recente per un improvviso malore”, “Gioventù bloccata”, edito da “Il Sole 24 Ore”, mettiamo in fila in maniera chiara fatti e dati, toccando tasti dolenti senza fare sconti a nessuno, a partire dai principali problemi di cui soffrono i giovani sul mercato del lavoro italiano: precariato, disoccupazione giovanile, overskilling / underskilling (competenze superiori o inferiori a quelle richieste dalla mansione svolta), overeducation / undereducation (istruzione superiore o inferiore al ruolo svolto), mismatch (mancata coerenza tra gli studi e il lavoro svolto), record a livello europeo di NEET (Neither in Employment, Nor in Education or Traning, ossia i giovani che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione) e fuga dei cervelli all’estero.
Parallelamente, le aziende lamentano di non trovare giovani con esperienza e competenze adeguate rispetto alle loro necessità.
Questi problemi sono tutti sintomi di un unico male: il difficile passaggio dalla scuola al lavoro in Italia, che finisce per bloccare i giovani italiani in mezzo al guado.
Uno studio di McKinsey & Company ha stimato che la disoccupazione giovanile è dovuta per il 60% al ciclo economico, mentre per il 40% è strutturale e riconducibile a un disallineamento tra il mondo del lavoro e quello della scuola. Del resto, il nostro sistema d’istruzione sforna giovani ricchi di conoscenze teoriche, ma poveri di “saper fare”.
A questo punto, nel libro abbiamo analizzato i motivi del difficile passaggio dalla scuola al lavoro in Italia, chiamando in causa tutti gli attori coinvolti: scuole, imprese, giovani, famiglie, economia italiana, coronavirus. Facciamo anche proposte concrete perché ciascuno faccia buon uso di queste informazioni: genitori e insegnanti per orientare, politici e amministratori per implementare soluzioni più efficaci, ragazzi e ragazze per acquisire più consapevolezza.
Vincitore della prima edizione del Premio Letterario di Saggistica Economica e Sociale del Sole 24 Ore, “Gioventù bloccata” è un’inchiesta tempestiva sulla questione giovanile in Italia, una delle grandi urgenze da cui dipende il futuro del nostro Paese”. (Valentina Magri)