Cresce il valore del Corporate Activism per le imprese. Ne è una dimostrazione il numero maggiore di aziende che assumono un ruolo attivo nella promozione del cambiamento sociale, politico e ambientale. Ma è necessario affrontare questi impegni con attenzione e consapevolezza, per evitare di incorrere in critiche o, ancora peggio, a danni reputazionali.
Sono in sintesi gli spunti emersi dalla Ricerca ‘Corporate Activism: un’opportunità per il cambiamento sociale o solo una strategia di business?’, prodotta dall’International Corporate Communication Hub in collaborazione con l’Università Iulm.
Presentata giovedì 28 settembre, presso la sede di Mediobanca a Milano, l’analisi è posta tra gli obiettivi quello di esaminare come le persone – in un contesto in cui le aspettative dei consumatori sono diventate più elevate – percepiscano le aziende che utilizzano questo approccio sulle questioni sociali e politiche e quali sono i risultati di queste strategie.
Modo per dimostrare i propri valori
“Il corporate activism diventa sempre più importante per le aziende, che hanno la possibilità di dimostrare il loro coinvolgimento e l’impegno in attività di sfondo sociale e ambientale. Il fenomeno non solo permette alle aziende di dimostrare i propri valori, ma dimostra anche l’attenzione che viene data alle aspettative dei consumatori di oggi, sempre più orientati verso la responsabilità sociale delle aziende”, ha spiegato in apertura di convegno Pierangelo Fabiano, Segretario Generale ICCH

Sfide e rischi
Ma davanti alle aspettative sempre più elevate dei consumatori, per le aziende è importante fare attenzione e avere una strategia precisa, perchè alle opportunità offerte si associano sfide significative.
“Parlare di corporate activism non significa solo abbracciare iniziative socialmente responsabili, ha spiegato Fabiano, ma anche di garantire che tali iniziative siano autentiche, coerenti con i valori dell’azienda e supportate da azioni concrete”.
I numeri hanno evidenziato che esiste un pubblico attento a queste azioni da parte delle aziende.
Per le aziende però è essenziale restare equilibrate, comunicando in modo autentico, trasparente e coerente il loro operato.
L’impegno può portare con sè critiche, opposizione e boicottaggi. Fino ad arrivare all’accusa di greenwashing, inteso come l’accusa di usare di iniziative di attivismo come mero strumento di marketing, senza un reale impegno dietro di esse.
La comunicazione efficace gioca un ruolo chiave nel plasmare la percezione del pubblico e nel costruire una reputazione positiva.



I relatori
Alla presentazione sono intervenuti anche Cristina Camilli, direttore Relazioni Istituzionali, comunicazione e sostenibilità Coca-Cola Italia e Albania; Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia; Rossella Miccio, presidente Emergency; Simona Panseri, director corporate communication and public affairs, Southern Europe Google; Stefania Romenti, coordinatrice comitato accademico ICCH e professoressa di comunicazione strategica e sostenibilità Università Iulm; Stefano Tassone, head of group communications Mediobanca.
Moderatore dell’evento Fabio Tamburini.



