“Il mercato mi sembra che cominci a dare segnali di razionalizzazione”. Lo ha detto l’ad di Tim Pietro Labriola a margine della Italian Tech Week.
‘Black period’ sui conti di Tim
Sull’andamento del trimestre il manager non ha risposto, riportano le agenzie, essendo entrato nel cosiddetto ‘black period’ che precede la diffusione dei dati (il cda sui conti del terzo trimestre è in calendario per l’8 novembre). Ma genericamente ha commentato “siamo sempre positivi”.
“Stiamo facendo tre mestieri allo stesso tempo perché abbiamo rifinanziato da inizio anno circa 4 miliardi di debito, stiamo gestendo l’operatività dell’azienda che comunque sta dando segni di miglioramento e stiamo gestendo una operazione straordinaria. Quindi non è una cosa banale”.
Piano industriale
In attesa che l’operazione su Netco vada in porto Tim porta avanti il suo piano strategico e il suo aggiornamento non sarà vincolato alla separazione.
“I nostri piani industriali sono sempre stati impostati dividendo le varie attività di business.Dal punto di vista della operatività, quindi nulla a che vedere con l’operazione straordinaria (la vendita di Netco, ndr)”, l’aver avviato il processo di separazione “sta mettendo in evidenza come possiamo migliorare su numerosi processi”.
“Sino ad oggi nelle strutture non c’era una chiara responsabilità sul costo della ‘consumer’, della ‘enterprise’, dell’attività di rete. C’era un unico ‘moloch’ all’interno del quale c’era l’intero conto economico. L’operazione che stiamo facendo ci sta permettendo di vedere esattamente il funzionamento dell’azienda e questo comunque sarà un output positivo che ci aiuterà anche nella costruzione del piano, indipendentemente che si venda o meno”.
Sul futuro invece di Tim Enterprise e sulla possibile valorizzazione Labriola ha ribadito che la vendita non è una priorità. “Abbiamo sempre detto che nel momento in cui dovesse andare avanti la vendita della rete, Enterprise è una azienda dalle grandi opportunità. Perché vendere una quota? Magari lo farai se necessario per attività di M&A, per scambio azionario? Un passo alla volta faremo tutto”, ha concluso.
Serve coraggio
In Tim “stiamo cambiando, perchè stiamo passando da rassegnazione al coraggio, perché dobbiamo avere il coraggio di cambiare, di cambiare le regole, il modo di fare business e non dobbiamo avere paura di sbagliare, dobbiamo paura di stare fermi”. “Verso l’esterno l’immagine che abbiamo è di un’azienda leader e questa è una grande responsabilità”, ha sottolineato ancora Labriola evidenziando che il business di Tim “si sta evolvendo in varie direzioni e oggi costruire delle reti in fibra ottica comincia a essere un investimento molto simile a quello per la costruzione di reti ferroviarie ad alta velocità o per la costruzione di autostrade”