Giacomo Lasorella (Foto LaPresse)

Media italiani, Agcom: ascolti in calo per le tv; giù i quotidiani. Tengono gli Ott

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Nel mese di giugno 2023 circa 43,6 milioni di utenti unici hanno navigato in rete, in media ciascuno per un totale di oltre 64 ore. E’ uno dei dati rilevati dall’Osservatorio sulle Comunicazioni relativo al primo semestre 2023, pubblicato da Agcom.

Il web

Secondo l’analisi, ai primi posti della graduatoria si confermano l’insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, Meta/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft), seguiti da quelli di alcuni tra i principali gruppi editoriali nazionali (Cairo Communication/Rcs Mediagroup, Gedi Gruppo editoriale).

Con riferimento all’andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista, lo scorso marzo si sono registrati 38 milioni di utenti unici, con una flessione (-1,4 milioni di visitatori) rispetto a giugno 2022. A giugno 2023, con 29 milioni e 840 mila utenti unici, quello del “Corriere della Sera” è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato, seguito da “La Repubblica” (29 milioni e 308 mila) e “TGcom24” (22 milioni e 766).

L’analisi delle piattaforme online di e-commerce evidenzia, con 37,7 milioni di utenti unici registrati a giugno 2023, una crescita, rispetto allo stesso mese del 2022, pari a circa 442 mila visitatori.
Ai primi posti si collocano i siti e le applicazioni di e-commerce di proprietà di Amazon, con 35 milioni e 124 mila utenti unici (in lieve crescita dell’1% rispetto a giugno 2022), seguiti da quelli di eBay che ottiene 16 milioni e 337 mila visitatori (in crescita del 3,6%) e di Subito.it, visitati da 11 milioni e 534 mila internauti (con un +9,6%).

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Editoria in calo

Sul fronte editoriale, prosegue nel primo semestre dell’anno l’andamento negativo dell’editoria quotidiana. Nella prima metà del 2023, scrive Agcom, in media, giornalmente, sono state vendute 1,43 milioni di copie, in flessione del 8,6% rispetto al primo semestre del 2022 e del 32,4% rispetto al corrispondente periodo del 2019.

Le copie vendute in formato cartaceo (1,23 milioni nel primo semestre dell’anno) si sono ridotte del 9,7% rispetto al primo semestre del 2022 (1,36 milioni) e del 36,8% rispetto al corrispondente valore del 2019 (1,94 milioni).

Su base annua i quotidiani venduti in formato digitale non hanno registrato variazioni di particolare rilievo (nel primo semestre 2023 oscillano intorno ad una media di 210 mila copie giornaliere) ma risultano in crescita (+13,9%) rispetto al corrispondente valore (180 mila unità giornaliere) del 2019.

Copie digitali più concentrate

La vendita di copie digitali è maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: le prime cinque testate del segmento digitale (Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24Ore, Il Fatto quotidiano e La Stampa) rappresentano il 59,9% delle copie complessivamente vendute nel semestre, mentre il corrispondente valore per la versione cartacea scende al 33,8%.
In relazione ai diversi “generi” editoriali, i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati “generalisti” (in ordine di diffusione: Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, L’Avvenire e Il Messaggero), nei primi sei mesi del 2023 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari al 12,1% rispetto ai corrispondenti volumi del 2022 (tale flessione si amplia al 38,7% con riferimento al primo semestre 2019), ma, allo stesso tempo, hanno registrato una contenuta crescita nella vendita giornaliera di copie in formato digitale (+3,9%).

L’analisi per operatore vede, in termini di copie complessivamente vendute da inizio anno, Gedi quale principale gruppo editoriale (19,6%, comprensive di 11 testate tra cui La Repubblica e La Stampa), seguito da Cairo/RCS (18,0% che include Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport), da Caltagirone Editore (Il Messaggero e altre quattro testate) e Monrif Group (Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con il 9,0% e l’8,1%.

Con riferimento all’andamento delle vendite complessive (in formato cartaceo e digitale) delle principali testate, nei primi sei mesi dell’anno il “Corriere della Sera” risulta la principale con il 12,3%, in crescita di 0,5 punti percentuali su base annua e di 1,7 rispetto ai corrispondenti valori del 2019. Seguono “La Repubblica” (7,3%), “La Gazzetta dello Sport” (5,7%) e “La Stampa” (5,2%) che mostrano una flessione sia su base annua che rispetto al 2019.

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La tv: Rai prima. Ma gli ascolti calano

Nel settore televisivo, gli ascolti medi giornalieri del primo semestre dell’anno mostrano, rispetto al corrispondente periodo del 2022, una flessione del 3,4% nel “giorno medio” (da 8,87 a 8,56 milioni di spettatori); un simile andamento (-3,2%) si registra anche per la fascia oraria del “prime time” (da 20,67 a 20,01 milioni di spettatori).
Allargando l’arco temporale, gli ascolti del 2023 si sono ridotti di 2,53 milioni di unità (-11,2%) nella fascia “prime time” e di poco più di 1 milione (-10,5%) nel “giorno medio” rispetto al corrispondente valore dei primi sei mesi del 2019, anche per effetto della competizione esercitata dalle offerte in streaming di contenuti video.
Di maggiore ampiezza è la riduzione (rispettivamente circa -5,0 milioni di spettatori giornalieri nel “prime time” e -2,4 nel “giorno medio”) degli ascolti registrati nel primo semestre del 2020, condizionato dalla pandemia.

Nei primi sei mesi dell’anno, con riferimento agli ascolti medi giornalieri dei principali gruppi editoriali tv, nel giorno medio la Rai guida la classifica con 3,27 milioni di spettatori (38,2% di share), seguita da Mediaset con 3,21 milioni (37,5%); maggiormente distanziati risultano Discovery (680 mila), Comcast/Sky (620 mila) e Cairo Communication/La7 (con circa 320 mila telespettatori).
Rispetto ai corrispondenti dati del 2022, nel “giorno medio” si osserva un calo maggiormente intenso per la Rai (160 mila spettatori giornalieri in meno) rispetto a Mediaset (-100 mila spettatori); Cairo Communication/La7 mostra una flessione di 80 mila ascolti giornalieri. Per Discovery e Comcast/Sky non si osservano variazioni di rilievo.
Tendenza analoga si registra nel “prime time”: nel periodo gennaio-giugno 2023 la Rai ha avuto ascolti medi giornalieri per 7,81 milioni (39,0% share), contro i 7,53 di Mediaset (37,6% share), con una flessione degli spettatori rispetto al corrispondente periodo del 2022 che risulta pari a 520 mila per Rai e a 280 mila per Mediaset. Allo stesso tempo, il gruppo Cairo Communication/La 7 nel “prime time” registra ascolti pari a 1,01 milioni (5,0% di share), in calo di circa 120 mila ascoltatori rispetto al primo semestre 2022. Crescono gli spettatori di Comcast/Sky, che passano da 1,40 a 1,50 milioni di spettatori (+7,3%), così come gli ascolti di Discovery, anche se in misura più contenuta (da 1,33 a 1,40 milioni, +5,4%).

Gli ascolti dei gruppi tv minori mostrano una leggera crescita sia nel “giorno medio” (+40 mila spettatori) che nel “prime time” (+90 mila spettatori) rispetto al 2022.
Ma tra il 2019 ed il 2023 il loro peso sugli ascolti complessivi nella fascia oraria “giorno medio” è sceso dal 6,9% al 5,2% e dal 4,7 al 3,8% nel “prime time”.

Con specifico riferimento all’andamento dei principali canali dei gruppi editoriali analizzati (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La7, TV8 e Nove), complessivamente nel “giorno medio”, su base annua, si registra una diminuzione di 330 mila spettatori (da 5,94 a 5,62 milioni, pari a una riduzione del 5,5%), con flessioni non marginali per La7 (-20,5%), Rete 4 (-11,8%) e Rai 3 (-7,6%), mentre TV8 aumenta gli ascolti giornalieri del 12,4%.
Analogo andamento si osserva nel “prime time”, dove gli spettatori complessivamente persi giornalmente dai nove canali considerati, su base annua, risultano 790 mila (-5,4%) e di quasi 2 milioni rispetto al 2019 (-12,4%).
I tre canali della Rai flettono nel complesso per circa 500 mila spettatori (da 7,16 a 6,66 milioni di spettatori, pari a -7,0%), con Rai 1 e Rai 2 che mostrano riduzioni rispettivamente pari al -8,2% e – 8,6%, mentre Rai 3 mostra un più contenuto -1,7%.
I principali canali di Mediaset mostrano una diminuzione di circa 290 mila spettatori, (-5,2%), con una riduzione contenuta per Canale 5 (-2,4%), del 5,1% per Italia 1, mentre Rete 4 mostra un più rilevante -15%.
Gli ascolti di La 7 si riducono del 13,3% (da 1,05 a 0,91 milioni di spettatori giornalieri), mentre quelli di TV8 e Nove crescono, rispettivamente, del 21,6% (da 440 a 530 mila) e del 12,8% (da 360 a 410 mila spettatori).

I tg

Gli andamenti osservati per la televisione nel suo complesso si riflettono anche sugli ascolti delle edizioni dei principali dei telegiornali nazionali. L’analisi dell’andamento degli ascolti di quelli serali nel giorno medio, le edizioni in onda nella fascia oraria 18:30-20:30, infatti, evidenzia, nel corso della prima metà del 2023, una riduzione rispetto al corrispondente periodo del 2022 di 950 mila ascolti (da 16,80 a 15,85 milioni di spettatori), mentre una flessione leggermente minore, pari a 770 mila spettatori, si registra nella fascia oraria 12:00-14:30 (da 13,44 a 12,67 milioni di spettatori).
Nella fascia serale, i TG della Rai hanno perso su base annua l’11,1% degli ascolti giornalieri (da 10,47 a 9,80 milioni di spettatori), con una riduzione per il TG1 delle 20:00 pari all’8,6% (da 4,99 a 4,56 milioni di spettatori), del 2,2% per il TG3 delle 19:00 (da 1,84 a 1,80 milioni di spettatori) e dell’11,9% per il TG2 delle 20:30 (da 1,28 a 1,13 milioni di spettatori).
I TG serali di Mediaset, in media, hanno registrato una complessiva riduzione del 5,4% (da 5,23 a 5,03 milioni di spettatori): nello specifico, gli ascoltatori del TG5 delle 20:00 passano da 4,02 a 3,90 milioni (-3,0%), quelli di Studio Aperto delle 18:30 da 570 mila a 530 mila (-7,4%), mentre gli ascolti del TG4 delle 19:00 passano da 630 a 590 mila spettatori giornalieri circa (-6,1%).
Sempre con riguardo alla fascia serale, il TG La7 delle 20.00 passa da 1,1 a 1,02 milioni di ascolti (-7,3%).
Guardando alle edizioni della fascia oraria 12:00-14:30, i TG della RAI perdono complessivamente 630 mila spettatori (da 8,52 a 7,89 milioni) mentre quelli del gruppo Mediaset circa 60 mila (da 4,35 a 4,29 milioni circa).
Nei primi sei mesi dell’anno gli spettatori medi giornalieri dei due principali telegiornali, il TG1 delle 13:30 ed il TG5 delle 13:00, mostrano un andamento opposto rispetto all’analogo periodo del 2022.
Gli spettatori del TG1, infatti, diminuiscono del 5,5% passando da 3,58 milioni nel primo semestre 2022 ai 3,38 nel primo semestre 2023, mentre quelli del TG5 aumentano dell’1,3%, da 2,87 a 2,91 milioni di spettatori nel periodo considerato. Gli ascolti del TG La7 delle 13:30, che passano da 0,57 a 0,50 milioni circa, flettono per circa 70 mila unità.
Ampliando l’analisi dei dati alle audience su di un arco temporale più ampio, è interessante evidenziare come gli ascoltatori medi giornalieri complessivi dei TG considerati nel primo semestre 2023 non abbiamo recuperato i livelli registrati nel pre-pandemico 2019; la perdita di spettatori è pari a 1,43 milioni per le edizioni dei telegiornali nella fascia 12:00-14:30, e di 1,62 milioni di spettatori nella fascia 18:30-20:30.
Più in dettaglio, nella fascia 12:00-14:30, i TG della RAI hanno perso 970 mila spettatori giornalieri, rispetto ai 320 mila di Mediaset. Nella fascia 18:30-20:30, la concessionaria pubblica registra una flessione di oltre un milione di spettatori (da 10,82 a 9,80 milioni), mentre quelli Mediaset sono passati da 5,42 a 5,03 milioni (-400 mila circa).