Per Panetta si tratta di un ritorno in Banca d’Italia, avendo trascorso lì quasi tutta la sua carriera sin dal 1985 fino alla carica di direttore generale nel 2019, lasciata a inizio 2020, con l’ingresso nel comitato esecutivo della Bce. Un ritorno sottolineato tra l’atro da Palazzo Koch sui profili social: “Buon lavoro Governatore. Bentornato con noi in Banca d’Italia”.
Fabio #Panetta è il nuovo Governatore della Banca d’Italia. Già Direttore Generale della Banca d'Italia e membro del comitato esecutivo BCE, Panetta assume oggi 1° novembre la carica di Governatore. Buon lavoro Governatore. Bentornato con noi in Banca d’Italia. pic.twitter.com/Wr5DLhnEeP
Panetta al personale: serve apertura al cambiamento
“Gli impegni che ci attendono sono molti e onerosi. Le aspettative sui risultati del nostro lavoro sono come sempre assai elevate”. E’ quanto ha scritto, in una mail al personale che l’Ansa ha potuto visionare, il neo governatore.
“All’atto di occupare la posizione che è stata di uomini illustri, sono preso da sentimenti diversi: l’ambizione di essere all’altezza dei miei predecessori, il desiderio di mantenere alti il prestigio e la reputazione della Banca d’Italia, la sfida di riuscire in questi intenti. Gli impegni che ci attendono sono molti e onerosi. Le aspettative sui risultati del nostro lavoro sono come sempre assai elevate”, ha scritto. “Mi incoraggia, ha aggiunto, la consapevolezza di poter contare sulla dedizione, l’attitudine a servire l’interesse pubblico e la elevata professionalità di tutto il personale. Sarebbe ingenuo pensare che la nomina del Governatore possa essere sufficiente, da sola, a conservare la credibilità che la Banca d’Italia ha acquisito in 135 anni di storia sia in Italia, sia all’estero. Faccio perciò appello alla competenza e al senso di responsabilità del Direttorio, dei colleghi dell’Amministrazione centrale, degli addetti alle nostre sedi territoriali e alla rete estera. Continuare ad applicare il metodo di lavoro che ci è consueto – basato sul confronto delle idee, sul rigore delle analisi, sull’imparzialità e sulla trasparenza delle decisioni – contribuirà all’orgoglio di appartenere al nostro Istituto e all’efficacia della nostra azione”.
“Ma continuità non vuol dire conservazione. Dovremo aprirci pienamente al cambiamento e all’innovazione, come è avvenuto in passato nei momenti importanti della storia della Banca d’Italia. Rivolgo infine un pensiero grato e affettuoso a Ignazio Visco, al quale mi lega una consuetudine di lavoro che è divenuta nel tempo un rapporto di fiducia e di amicizia. Da tutti i Governatori con cui ho interagito ho tratto insegnamenti. Insegnamenti che cercherò di mettere a frutto nell’impegno che ci attende per una Banca d’Italia moderna, efficiente e inclusiva, al servizio dell’Italia e dell’Europa”.