In vista del prossimo appuntamento elettorale continentale, nuovi paletti per le Big tech
Le istituzioni Ue hanno raggiunto l’accordo sulle nuove regole per rendere le campagne elettorali più trasparenti e resistenti alle interferenze a sette mesi dalle Europee.
Etichette, sponsor e minori
In base alle norme, la pubblicità politica, in particolare online, con le Big tech in prima linea, dovrà essere chiaramente etichettata rendendo più facile per cittadini, autorità e giornalisti ottenere informazioni su chi finanzia gli spot.
Per impedire agli sponsor extra-Ue di interferire, è stato introdotto un divieto per gli enti di Paesi terzi di sponsorizzare pubblicità politica in Ue nei 3 mesi precedenti a un’elezione o a un referendum.
Sarà vietato anche utilizzare i dati dei minori.
In base alle regole concordate da Parlamento europeo, Commissione e Paesi membri, Bruxelles creerà inoltre un archivio accessibile al pubblico contenente tutte le pubblicità politiche online e le informazioni correlate, per sette anni.
Le comunicazioni interne, come le newsletter inviate da partiti politici, fondazioni o altri enti senza scopo di lucro ai propri iscritti, non saranno invece considerate pubblicità politica e non saranno soggette ad ulteriori norme sulla privacy.
Le violazioni delle norme, puntualizza Reuters, possono essere punite con multe fino al 6% del fatturato annuo di un fornitore di pubblicità.
In tempo per le prossime europee
“Questo è un passo importante per la protezione delle nostre elezioni e per il raggiungimento della sovranità digitale nell’Ue”, ha commentato il relatore dell’Eurocamera, Sandro Gozi (Renew).
“I cittadini saranno così in grado di individuare facilmente la pubblicità politica online e chi le sta dietro”.
“Le nuove regole, ha spiegato ancora citato da Ansa, renderanno più difficile per gli attori stranieri diffondere disinformazione e interferire nei nostri processi liberi e democratici. Abbiamo anche assicurato un ambiente favorevole per la campagna transnazionale in tempo per le prossime elezioni del Parlamento europeo”.