L’aria che tira sui giornali. E Meloni cala l’asso: i nostri migranti li “teniamo” in Albania

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È la notizia inedita e succosa – altro che i morti di Gaza – che oggi campeggia sulle prime pagine dei nostri giornali: l’imminente apertura, in Albania, di due “basi” che ospiteranno gran parte dei migranti che hanno provato a sbarcare sulle nostre coste. Ed è corretto definirle così perché saranno “sotto giurisdizione italiana ancora da definire in tutti i suoi dettagli”.
Con il presidente dell’Albania, Rama che tiene a sottolineare la “gratuità” dell’operazione di un paese come l’Italia che “da tempo si batte perché l’Albania possa entrare a far parte dell’Unione europea”.

Su come però verranno poi “strutturate” le due inedite strutture, Palazzo Chigi mette le mani avanti sostenendo che dovranno essere varate leggi ad hoc, che dovranno essere simili – di quanto ancora non si sa – a quelle in vigore, in Italia, per la detenzione.
“Come quel Guantanamo per cui ha inorridito mezza America?” reagiscono subito i dem di Elly Schlein.
Mentre ancora non si sa quale potrà essere la reazione di Bruxelles – “informata”, ma in attesa di dettagli, come ha fatto sapere un portavoce ad Ansa – per l’accordo, quel che si sa per certo è che l’Italia potrà “trasferire” in queste basi almeno 36mila migranti l’anno esclusi i minori, le donne incinte e i malati.

È chiaro comunque che il blitz meloniano è destinato a rafforzare i consensi e le simpatie di tutti quegli elettori anche non di destra che specialmente al Sud vivono ormai come un incubo i flussi migratori.
E non è detto che la “formula albanese” non abbia proseliti in altre parti dell’Europa. Anche se non è ancora detto – fioccano i “se e i ma” di Repubblica, della Stampa e di altri giornali – che possa davvero funzionare. Però è quel che serve oggi alla premier per portare avanti anche i suoi progetti di riforma costituzionale con l’idea di un premier che, scelto direttamente dagli elettori, possa avere più potere decisionale come quello, quando occorre, di aprire basi italiane persino in Albania, cosa che altri governi non si sarebbero mai sognati di fare.
Il che non vuol dire – ci sono in vista ben altri intoppi – che la Meloni riuscirà a vincere la partita.